Cassazione, niente domiciliari per Brusca

Cassazione, niente domiciliari per Brusca
Giovanni Brusca
8 ottobre 2019

Giovanni Brusca deve restare in regime di custodia cautelare. I giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso dei difensori rispetto all’ordinanza del 12 marzo con la quale il Tribunale di sorveglianza di Roma aveva a sua volta rigettato la richiesta di detenzione domiciliare dello stesso Brusca. I difensori dell’ex boss di mafia, gli avvocati Antonella Cassandro e Manfredo Fiormonti, hanno spiegato di non aver preso visione del provvedimento odierno e di attendere le motivazioni per valutare i prossimi passi.

Immediato il commento dell’avvocato Antonella Cassandro, difensore dell’ex boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca. “E’ una lotta infinita, e’ sempre molto difficile presentare un’istanza per conto di Giovanni Brusca per le polemiche che inevitabilmente precedono ogni volta una decisione – afferma il legale -. Io prendo atto di quanto deciso dalla Cassazione e aspetto di leggere le motivazioni anche se mi rendo conto delle conseguenze importanti che ci sarebbero state in caso di accoglimento del ricorso. Io comunque non intendo mollare”. E’ il primo commento dell’avvocato Antonella Cassandro, difensore dell’ex boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca, al quale la Suprema Corte ha negato la concessione degli arresti domiciliari.

“Avevo chiesto solo l’applicazione di alcune norme nei riguardi di un collaboratore di giustizia che non io ma altri hanno definito di rilevanza eccezionale per il contributo dato alle indagini e in tanti processi – ha aggiunto la penalista -. E poi deve essere chiara una cosa, la detenzione domiciliare non significa essere liberi. Avevamo un parere limpido della procura nazionale antimafia. L’autorità competente ha pure certificato il ravvedimento di Brusca. Cercheremo di capire che cosa non ha convinto i giudici di Cassazione”.

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Secondo Maria Falcone, sorella del giudice morto nella strage di Capaci “Con la sua decisione la Cassazione ha dato una risposta alla richiesta di giustizia dei tanti cittadini che continuano a vedere nella mafia uno dei peggiori nemici del nostro Paese”. Brusca innesco’ l’esplosione che uccise Giovanni Falcone e la scorta. “Se si accetta che per un fine superiore vengano concessi benefici ai criminali che collaborano con lo Stato, resta pero’ inaccettabile la concessione di sconti ulteriori a chi si e’ macchiato di delitti tanto efferati”, conclude.

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