Classe politica siciliana, altra figuraccia per ‘soli’ 5 mila euro

2 marzo 2014

La politica siciliana se le cerca, le brutte giornate. E non è colpa dei media, spesso ‘colpevoli’ per enfatizzare fatti, innescare polemiche, o ‘manipolare’ dichiarazioni. Non intendo difendere nessuna casta, ma quello che in questi giorni s’è scatenato per la dichiarazione dell’assessore al Lavoro della Regione Siciliana, Ester Bonafede, affermando che sono “pochi cinquemila euro di stipendio” che mensilmente intasca, finora ha assunto sapore pirandelliano, ma che oggi è sfociato nel tragi-comico. La notizia è arrivata a tutti gli italiani, ma tenuto conto che ormai la comunicazione non ha più confini, il dibattuto compenso della Buonafede è arrivato anche nella parte più sperduta del Globo. Risultato: dopo la batosta della Corte dei conti a una parte della politica siciliana, l’Arena di Giletti, avendo ospitato l’assessore di Crocetta, rilancia un altro passo falso della classe politica dell’Isola. E che, in merito, non ha nessun attenuante. Anzi, un aggravante, che la stessa Bonafede, certifica sempre dalle telecamere di Rai1, mettendo benzina sul fuoco, aprendo un altro fronte, quello degli stipendi degli assistenti parlamentari a Sala d’Ercole.

Apriti cielo. Non appena spente le telecamere, contro l’esponente del governo Crocetta si scaglia il presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Una guerra tra istituzioni: tra potere esecutivo e potere legislativo. “Non risponde assolutamente al vero che lo stipendio di un assistente parlamentare all’Assemblea regionale siciliana sia di 14mila euro lordi al mese – tuona Giovanni Ardizzone -. Sarebbe bastato consultare il sito web dell’Ars, dove sono indicate le retribuzioni di tutti i dipendenti, per fare una verifica immediata e costatare  che lo stipendio è di gran lunga inferiore. Mi dispiace – conclude – che la cifra errata sia stata avallata dall’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, presente in studio”. I cittadini stanno a guardare. Ma sembrano un po’ stanchi.

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