Coronavirus, salgono a 6 i contagiati in Lombardia. Primo caso in Israele

21 febbraio 2020

Ci sono altre tre persone positive al coronavirus in Lombardia, fatto che porta a sei il numero totale dei casi. Si tratta di tre persone che sono ricoverate all’ospedale di Codogno, città del paziente 1, un 38enne entrato in contatto con un amico appena tornato dalla Cina. Contagiati anche la moglie e un amico, mentre sono in corso 150 test per altrettante persone entrate in contatto con loro. “Sono in condizioni serie” le sei persone, tutti adulti, positive al coronavirus in Lombardia, ha spiegato il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, aggiungendo che “il primo paziente è ricoverato al Sacco, gli altri sono tutti a Codogno”.

“Oggi pomeriggio avremo una serie di incontri col ministro della Sanità che sta arrivando a Milano per cercare di capire se si possono alzare ulteriormente le misure e le precauzioni o se possono essere sufficienti queste” ha proseguito il governatore. “Non vorrei allarmare – ha replicato Fontana alla domanda su quali misure potrebbe proporre la Regione al ministro – Bisogna essere seri nell’affrontare l’emergenza ma non bisogna drammatizzare né diffondere il panico”, considerare che “queste misure sono state adottate per evitare che il contagio si diffonda” e che “dove queste sono state adottate, nel mondo, il contagio si è ridotto”. In ogni caso, ha aggiunto, “nessuno pensa di chiudere le città ma dovremo fare valutazioni sugli eventi che si verificano nel territorio”. Per esempio? “Già ci sono sindaci che hanno sospeso eventi sportivi. Ma bisogna essere tranquilli”. Fontana non ha voluto rinfocolare le polemiche dei giorni scorsi riguardo le misure da adottare per evitare la diffusione del virus: “Non voglio fare polemica – ha detto – credo che si debba lavorare tutti assieme in manier condivisa. Sono contento che ci sia un ottimo rapporto col ministro, con cui stiamo lavorando in maniera strettissima”.

Leggi anche:
Morti di Rafah e macerie di Nuseirat: a Gaza si continua a morire

“Noi abbiamo ritenuto di invitare la popolazione dei comuni di Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo a rimanere nelle proprie case in via precauzionale”, ha detto invece, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. “Per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori – si legge in un comunicato dell’assessore – l`indicazione perentoria è di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare direttamente il numero 112 che valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio. E` attiva da ieri sera una task force regionale che sta operando in stretto contatto con il Ministero della Salute e con la Protezione Civile. La maggior parte dei contatti delle persone risultate positive al Coronavirus è stata individuata e sottoposta agli accertamenti e alle misure necessarie”.

Intanto, a seguito della riunione mattutina del comitato tecnico scientifico che ha approfondito le segnalazioni di nuovi casi di coronavirus, il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato una nuova ordinanza che prevede “misure di isolamento quarantenario obbligatorio per i contatti stretti con un caso risultato positivo”. L’ordinanza, fa sapere il Ministero, dispone anche “la sorveglianza attiva con permanenza domiciliare fiduciaria per chi è stato nelle aree a rischio negli ultimi 14 giorni con obbligo di segnalazione da parte del soggetto interessato alle autorità sanitarie locali”.

IL PREMIER

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da Bruxelles dove è in corso il Consiglio europeo straordinario, ha comunicato le decisioni del comitato tecnico scientifico del ministero della Salute dopo la scoperta di tre casi confermati di Coronavirus in Lombardia, nella zona di Codogno, provincia di Lodi. “Quarantena obbligatoria per tutti coloro che sono venuti a contatto con questi pazienti certificati positivi e ha predisposto inoltre la sorveglianza attiva, trattamento con contatto costante coi medici ma con possibilità di domiciliazione fiduciaria per tutti coloro che sono stati negli ultimi 14 giorni in aree a rischio”, ha detto. “Continuiamo a tenere altissima la linea della precauzione continuiamo a seguire questi casi, anche per ricostruire con attenzione i percorsi di questi tre pazienti nel lodigiano in modo da poter intervenire tempestivamente”, ha aggiunto.

Leggi anche:
Israele, nuova a marcia a Tel Aviv per gli ostaggi

LIGURIA

“Questa mattina, intorno alle 9, Regione Liguria ha ricevuto dagli uffici competenti di Alisa (il Sistema sanitario della Regione) la segnalazione che sono state attivate a Genova le procedure di approfondimento, all`Ospedale Policlinico San Martino, per un nucleo familiare composto da 7 persone, già sottoposto a sorveglianza attiva dal 16 febbraio”. Lo fa sapere la stessa Regione in una nota. Su Facebook il governatore Giovanni Toti ha parlato di “sei persone” e comunque tutte “di nazionalità cinese”, rientrate dalla Cina nei giorni scorsi, portate all`ospedale San Martino e al Gaslini “per controlli, poiché potrebbero aver contratto il coronavirus. Tutto il nostro sistema sanitario – ha sottolineato – è pronto a fronteggiare qualsiasi eventuale emergenza e alle 17.30 in diretta dalla Regione vi aggiorneremo sulla situazione in Liguria”.

IL VIROLOGO

“Le ultime notizie mi portano a ripetere per l`ennesima volta l`unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni. Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili”. Lo scrive sui suoi social il virologo Roberto Burioni, dopo il caso del 38enne italiano contagiato da coronavirus in Lombardia.

ISRAELE

Le autorità israeliane hanno confermato oggi un primo caso di coronavirus, in un passeggero che era stato messo in quarantena sulla nave Diamond Princess prima di essere rimpatriato questa settimana in Israele. Lo scrive l’Afp. “Uno dei passeggeri di ritorno dalla nave in Giappone è risultato positivo al virus dopo essere stato sottoposto a test presso il laboratorio centrale del ministero della Sanità”, hanno spiegato le autorità israeliane in una breve dichiarazione, aggiungendo che gli altri circa dieci passeggeri israeliani di ritorno a casa non sono stati contagiati.

Leggi anche:
Israele attacca l'Iran, appello del G7: "Serve un passo indietro"

Undici dei 15 israeliani messi in quarantena sulla Diamond Princess sono arrivati oggi in Israele.
Subito sono stati sottoposti al test e ad uno di loro, una donna, è stato diagnosticato il nuovo coronavirus, secondo una dichiarazione del ministero della Sanità. Eccetto la donna malata, che è stata messa in isolamento, sono stati tutti posti in quarantena per 14 giorni all’ospedale Sheba di Tel Hashomer, al centro del Paese. Gli altri quattro israeliani che erano sulla nave Diamond Princess sono ancora in Giappone.

L’arrivo del nuovo coronavirus in Israele è “inevitabile”, aveva detto il primo ministro Benjamin Netanyahu a inizio mese, chiedendo agli ufficiali medici di lavorare su un vaccino per contrastare il virus emerso in Cina. Le autorità israeliane avevano già proibito ai voli dalla Cina di atterrare nel Paese alla fine di gennaio e annunciato che tutte le persone che erano già in Israele ma che venivano dalla Cina o vi avevao fatto scaalo dovevano rimanere a casa per 14 giorni. Le autorità hanno anche vietato l’ingresso nel territorio israeliano questa settimana a tutte le persone, ad eccezione dei cittadini e dei residenti israeliani, che si trovavano a Macao, in Thailandia, a Singapore e ad Hong Kong nelle ultime due settimane.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti