Trump contro l’Oms: Usa sospendono il finanziamento. Cina preoccupata

15 aprile 2020

“Ho dato ordine alla mia amministrazione di sospendere il finanziamento in attesa di chiarire il ruolo dell’Organizzazione mondiale della Sanità nella cattiva gestione e nell’insabbiamento della diffusione del coronavirus”. Lo ha annunciato il presidente Usa Donald Trump on in briefing sulla pandemia di coronavirus. “L’Oms non ha rispettato un suo dovere fondamentale e deve pagare” ha aggiunto. “Molti Paesi hanno detto che avrebbero ascoltato l’Oms e ora hanno problemi da non credere” ha detto Trump. “Il mondo ha ricevuto ogni sorta di false informazioni sulla disinformazione e la mortalità”. “La loro dipendenza dai dati forniti dalla Cina probabilmente ha causato un aumento di venti volte dei casi nel mondo e potrebbe essere molto peggio” ha detto Trump. “Tante morti sono state causate dai loro errori”.
Gli Usa forniscono poco meno del 15% dei fondi dell’organismo Onu.

Il presidente Usa è furibondo per gli attacchi alla sua gestione della pandemia e da tempo cerca di puntare il dito sull’Oms, che si sarebbe dimostrata troppo accomodante nei confronti della Cina, dove l’epidemia di coronavirus è cominciata. “Tutti sanno quel che è successo” ha detto Trump, attaccando l’organizzazione per la sua “disastrosa decisione di opporsi alla restrizioni dei viaggi dalla Cina e da altri Paesi”. Trump cerca di accreditare da tempo sua scelta di imporre restrizioni sui collegamenti aerei con la Cina come una misura efficace e tempestiva contro i pericoli del coronavirus. Oggi ha detto che la sua decisione ha “salvato migliaia e migliaia di vite” mentre l’Oms “ci ha combattuto”. L’Oms ha “volutamente preso per buone le rassicurazioni della Cina” e ha “difeso le azioni del governo cinese, addirittura lodando la sua cosiddetta trasparenza”. A febbraio l’Oms sconsigliava restrizioni sui viaggi, dicendo che erano inutili per combattere la pandemia. Gli Usa hanno posto restrizioni sui voli dalla Cina il 31 gennaio, ma poi non hanno preso altri provvedimenti per combattere la pandemia fino alla dichiarazione dello stato d’emergenza il 13 marzo.

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LA CINA PREOCCUPATA

“La Cina è molto preoccupata per la decisione di Trump di sospendere i finanziamenti all’Organizzazione mondiale della Sanità”. A dirlo è il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian ed è solo la prima di una lunga serie di voci contro la scelta del presidente degli Stati Uniti. “La situazione di pandemia per cui ci sono circa 2 milioni di contagiati accertati nel mondo – ha detto Lijian – è a un punto critico e la decisione degli Stati Uniti potrebbe colpire tutti i Paesi”. Alla sua voce si è aggiunta quella, trasversale, di una buona parte della comunità mondiale. Se da un lato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha detto che “non è il momento di ridurre i finanziamenti all’Oms o a qualsiasi altra istituzione umanitaria che combatte il virus”, dall’altro l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari Esteri e la politica di Sicurezza, Josep Borrell ha twittato una dura accusa contro Trump.

“Sono profondamente rammaricato per la decisione degli Stati Uniti di sospendere i finanziamenti all’OMS – ha scritto – non c’è motivo di giustificare questa decisione in un momento in cui gli sforzi dell’organizzazione sono più che mai necessari per contribuire a contenere e mitigare la pandemia di #coronavirus. Solo unendo le forze possiamo superare questa crisi senza confini”. Condanne all’attaggiamento di Trump sono arrivate, però, anche dal suolo americano, ad esempio dal miliardario Bill Gates che ha twittato “lo stop ai fondi all’Oms è pericoloso proprio come sembra, il suo lavoro sta rallentando la diffusione del Covid-19 e se viene fermato nessun’altra organizzazione può rimpiazzarla. Il mondo ha bisogno dell’Oms oggi più che mai”.

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Gli Stati Uniti sono il più grande donatore all’Oms con oltre 400 milioni di dollari all’anno. Ma Trump accusa l’organizzazione di non aver lanciato per tempo l’allarme sulla pericolosità del coronavirus Sars-COv2. Allarme dato con quasi due mesi di ritardo dalla stessa Cina, probabilmente anche condizionata dal rischio – poi rivelatosi una certezza – di ripercussioni economiche in un contesto già minato dalla guerra dei dazi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invece sempre sostenuto il regime di Pechino, anche lodandolo apertamente per il suo approccio draconiano nel combattere l’epidemia sul suo territorio, quando però la malattia era ormai diventata incontenibile a livello mondiale.

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