Dal carcere ai blocchi stradali, scontro acceso in commissione sul decreto sicurezza
Via libera ad alta tensione al dl sicurezza. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato, a maggioranza, il mandato ai relatori tra le urla delle opposizioni: “Vergognatevi!”. Lunedì il testo approda in aula ed è scontata la fiducia.Le opposizioni sono andate all’attacco per la decisione di governo e maggioranza di chiudere il provvedimento entro oggi con una doppia ‘tagliola’: nonostante non siano stati esaminati neanche la metà degli emendamenti presentati dai gruppi di minoranza e per l’interruzione in corsa delle dichiarazioni di voto. Mentre la maggioranza aveva ritirato nei giorni scorsi i propri, rendendo di fatto il testo blindato.
I capigruppo dei gruppi di minoranza (Chiara Braga del Pd, Riccardo Ricciardi del M5S, Luana Zanella di Avs, Matteo Richetti di Azione, Maria Elena Boschi di Iv e Riccardo Magi di +Europa) hanno scritto una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana per esprimere la “profonda preoccupazione che si consolidi una prassi in cui la maggioranza ricorre a strumenti procedurali volti a impedire il confronto parlamentare”.
Magi ha annunciato “un’opposizione durissima perché tutto l’iter di questo decreto è stato messo in atto per eludere l’esame parlamentare”. Di “pagina nera nella storia parlamentare degna dell’Ungheria di Orban”, ha parlato il dem Federico Fornaro.
Cosa prevede il decreto
Un decreto legge, dove l’esecutivo Meloni ha fatto confluire, con alcune modifiche sollecitate dal Quirinale, il ddl omonimo (lasciandolo su un binario morto perché era in stallo a causa di ‘nodi’ interni alla maggioranza).
Tra le misure del provvedimento ci sono il reato di resistenza passiva in carcere e nei Cpr, la stretta sulle madri detenute, il reato di blocco stradale o ferroviario attuato con il “proprio corpo”, le norme ‘anti-Ponte’ e ‘anti-Tav’, procedure sprint per il contrasto alle occupazioni abusive, l’estensione del Daspo urbano per chi compie reati nei pressi di stazioni ferroviarie, l’equiparazione delle inflorescenze della canapa industriale alla droga, le bodycam e la tutela legale per le forze dell’ordine, misure di contrasto alle truffe agli anziani.
Nel suo complesso, il provvedimento ha registrato le critiche dell’Anm che ha ricordato la situazione esplosiva delle carceri, una protesta di tre giorni dell’Unione delle camere penali e uno sciopero della fame a staffetta di diverse associazioni della società civile. È in preparazione una manifestazione promossa da sindacati, rete degli studenti e dalle associazioni in contemporanea alla seduta dell’aula.
Piantedosi: non c’è alcun “effetto liberticida”
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante il question time, ha respinto le critiche di tutti coloro che ritengono che il provvedimento serva a stoppare il dissenso nelle sue varie forme, e puntualizzato che non c’è alcun “effetto liberticida” né un limite al diritto di manifestare “a meno che – ha precisato – non vi si voglia ricomprendere anche i comportamenti che tutti abbiamo visto nelle ultime settimane, con assalti alle Forze di polizia, devastazione di vetrine e appiccamento di incendi ad auto in sosta”. Scontata la richiesta di fiducia in aula da parte del governo e dopo l’ok di Montecitorio, il decreto passerà all’esame del Senato per l’ok definitivo.