E’ morta Nanda Vigo, architetto della luce

18 maggio 2020

E’ morta a 83 anni Nanda Vigo, architetto, designer e artista che ha attraversato la scena italiana a partire dagli anni Sessanta, muovendosi con disinvoltura e talvolta anche con spregiudicatezza nel sistema dell’arte, in primis quello milanese. Dal 1964, data in cui elaborò il Manifesto Cronotopico, Vigo ha lavorato sulla relazione tra lo spazio e la luce e in questo ambito ha poi costruito i suoi lavori più importanti, giungendo a una accattivante e consapevole idea di espressione che poggiava sulle basi del grande concettualismo, ma assumeva forme contaminate dal design e dalla riflessione sull’architettura.

“Il concetto che esprimo – ci aveva raccontato in un’intervista di qualche anno fa – è sempre quello: la luce, la luce protagonista non solo dello spazio, ma anche di noi stessi, Quindi la parte centrale è in noi stessi”. Come si vede, l’idea concettuale era presente, ma, per sua stessa ammissione, spesso l’architettura aveva avuto, nella sua vita, un peso maggiore rispetto all’arte. E proprio in questo dialogo tra le discipline, forse più che nelle sculture luminose, possiamo individuare oggi la lezione più interessante di Nanda Vigo.

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