Ecco il covo di Matteo Messina Denaro. De Lucia: indagato medico del boss

Ecco il covo di Matteo Messina Denaro. De Lucia: indagato medico del boss
17 gennaio 2023

I Carabinieri del Ros hanno individuato il “covo” di Matteo Messina Denaro, il boss della mafia arrestato ieri a Palermo. Si trova a Campobello di Mazara (Tp), paese di Giovanni Luppino, l’autista arrestato assieme al capomafia e di Andrea Bonafede, sotto il cui falso nome si nascondeva Messina Denaro. L’appartamento è stato presidiato dai militari dell’Arma e perquisito per diverse ore.

 

La cattura di Matteo Messina Denato

La casa a Campobello di Mazara dove si nascondeva Matteo Messina Denaro è “l’abitazione di una persona che vive nell’agiatezza, con beni e abbigliamenti di qualità. Immaginiamo tutto questo perché esercitando le funzioni di capo aveva anche l’esigenza di presentarsi in un certo modo”. Lo ha spiegato il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto, a Rai News24. L’abitazione, ha riferito, “è stata presidiata tutta la notte e sono al lavoro i carabinieri del Ris per gli accertamenti tecnico-scientifici. L’abitazione andrà ispezionata minuziosamente, individuati eventuali nascondigli, posti dove possono essere nascoste armi, documenti o valori: sarà molto minuziosa, faremo una verifica molto approfondita”. “Quando noi sosteniamo che lo scopo principale di un’organizzazione mafiosa è quello di arricchirsi, quindi tutte le attività lecite controllate o illecite sono finalizzate a questo, a fare profitto, e questi profitti si traducono anche nello stile di vita degli associati, in questo caso del capo della struttura trapanese di Cosa nostra”, ha concluso Angelosanto.

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Indagato il medico che lo curava

Intanto, il medico che aveva in cura Matteo Messina Denaro è indagato dalla procura di Palermo. La conferma è arrivata dal procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia. “Ci sono indagini a diversi livelli, il primo è identificare la rete che lo ha protetto consentendogli di curarsi con la falsa identità e in questo senso è inevitabile procedere indagando chi ha creato la prima documentazione sanitaria, cioè il medico”, ha osservato il capo della procura palermitana spiegando gli accertamenti investivi attualmente in corso serviranno per definire “il livello di responsabilità” dei vari fiancheggiatori del boss. Per questo “sono in corso ulteriori accertamenti” anche sull’autista che ha accompagnato Messina Denaro alla clinica La Maddalena di Palermo e che per questo “è stato arrestato”.

Non solo la “rete di protezione” che ha coperto gli ultimi anni di latitanza di Matteo Messina Denaro. L’inchiesta della procura di Palermo sul boss di Castelvetrano si concentra anche sul fronte economico patrimoniale, ha rivelato il procuratore di Palermo. “Essendo un uomo dotato di un tenore di vita significativo – ha osservato il magistrato – le sue entrate da qualche parte devono avvenire e oggettivamente è assai difficile pensare che siano di natura lecita. Quindi stiamo tentando di costruire la rete dei suoi affari immediati nel breve periodo, mentre in un periodo più lungo di tempo l’obiettivo è ricostruire tutto il suo percorso di latitanza, non soltanto negli ultimi due anni”.

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La rete dei fiancheggiatori

Altro aspetto importante, tutto ancora da scandagliare, è quello della rete dei fiancheggiatori. Oltre a Luppino, arrestato in flagranza oggi, e a Bonafede, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti, chi ha coperto, favorito e finanziato la fuga di Messina Denaro negli ultimi tempi? Negli anni per favoreggiamento sono finiti in cella centinaia di fedelissimi del padrino tra i quali sorelle, cognati e fratelli. Una strategia investigativa, quella di far terra bruciata attorno al ricercato, che ha dato suoi frutti. Ma le complicità vanno ben oltre l’autista e il proprietario della carta di identità.

Ad esempio nella nota clinica palermitana che per un anni ha curato la Primula Rossa nessuno sapeva la vera identità del paziente? “Non ci risulta – ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia che ha coordinato il blitz – Ma indagheremo a tutto campo”. Insomma sono tanti i quesiti da sciogliere e su cui ora indagare. Quesiti che per chi indaga da anni in parte hanno già risposte. De Lucia in conferenza stampa ha evidenziato anche come sia risaputo che “fette della borghesia” per molto tempo abbiano fatto parte della rete dei favoreggiatori. Anche sulle complicità eccellenti indagheranno i magistrati.

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