Gli enti sul piede di guerra. “Crocetta dia finanziamenti o licenziamo”. La lunga missiva

28 marzo 2014

Le associazioni di Enti siciliani di Formazione professionale sono sul piede di guerra. Dopo scandali che hanno investito il settore con conseguenti arresti e indagati, e il rischio di chiudere i battenti per mancanza di finanziamenti, gli enti prendono carta e penna e scrivono una missiva all’indirizzo dell’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, al dirigente generale del dipartimento della Formazione, Annarosa Corsello e a Flc-Cgil Cisl scuola, Uil scuola, Snals

“Le azioni intraprese dai Governi, dai loro Assessori e dalle Amministrazioni competenti in materia di formazione professionale si sono dimostrate, in questi ultimi anni, sempre più inadeguate con “gravi” e/o “devastanti” riflessi negativi soprattutto nei confronti di quella parte della formazione professionale che, se seriamente e legalmente gestita, va, invece, senz’altro, preservata e garantita.

La chiarezza e la congruità degli intenti di un governo in materia di formazione professionale presuppongono, invero, la difesa della legalità che passa ovviamente dal rispetto delle leggi, ma altresì dal rispetto di tempi brevi per la risoluzione delle emergenze (del resto, una buona strategia pubblica non può bloccare -sine die- tutto e tutti, in attesa di un imponderabile quid, che sino ad oggi non sembra essere stata in grado di realizzare) e certamente non solo dagli annunci sistematici di leggi di riforma, che rimangono chiuse invece -è incontrovertibile- in un limbo indecifrabile.

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E pertanto, stante che non si vede ancora né una fattiva accelerazione degli iter procedurali dei Dipartimenti competenti né una capacità reale di fare funzionare gli uffici, che sembrano sempre impantanati in un coacervo di lentezze inspiegabili, che l’esistenza di un realistico cronoprogramma con l’impegno di rispettarlo, queste Associazioni -reiterando, de visu, da parte dell’Amministrazione, un comportamento amministrativo-procedurale in violazione delle disposizioni e relative regole – sono venute nella determinazione di ‘sollecitare’ ancora una volta gli Organismi in indirizzo, perché adottino urgentemente i provvedimenti di loro competenza, atti a risolvere, con tutti i mezzi a disposizione, le condizioni drammatiche in cui versano gli Enti di Formazione Professionale, conseguenti a tutte le suddette situazioni constatate.

Nonostante insista una realtà del genere, che non consente -in buona sostanza- di poter conoscere l’effettivo stato dei procedimenti in corso e/o, peraltro, di fare alcuna previsione circa i tempi di definizione dei loro iter, queste Associazioni hanno, però, necessità di sapere -chiedendolo con vigore- a che punto sia la scrittura degli atti di programmazione della prossima attività formativa 2014-2015, perché, senza un relativo e chiaro progetto e senza altre risorse, che difficilmente possono rinvenirsi a carico del malridotto bilancio della Regione Siciliana, non sembra loro di intravedere un futuro per il sistema regionale della formazione professionale.

Se, nonostante la presente richiesta, l’azione politica non darà un urgentissimo e concreto atto di indirizzo all’Amministrazione ed i responsabili -ai vari livelli di competenza- non si adopereranno, conseguentemente, per far produrre l’atto di programmazione necessario ad avviare la riedizione della terza annualità dell’avviso 20/2011 – la cui graduatoria è ancora viva-, con finanziamenti rinvenibili nelle risorse residue del Piano Giovani e reperendone altri nelle pieghe della spesa non effettuata sul fondo sociale europeo, queste Associazioni, che hanno assunto i relativi impegni operativi -sulla cui attuazione, com’è d’obbligo, vigileranno e renderanno, senz’altro conto-, si vedranno costrette, ad adottare drastiche e sempre dolorose decisioni nei confronti dei propri dipendenti -con l’apertura di tavoli di crisi, che senza mezzi termini, vogliono dire, per gli stessi dipendenti, ‘licenziamento e perdita dei diritti derivanti dal loro rapporto di lavoro a tempo indeterminato’…-, a far valere le ragioni del diritto, denunciando, altresì (in ogni stato e grado di giudizio -in difesa e/o in contrapposizione alle azioni inadeguate su riferite ed in controtendenza, peraltro, con l’atavica inerzia di iniziative in tal senso-), tale stato di cose ed i relativi responsabili, che saranno chiamati a rispondere di uno sfascio del genere da ogni punto di vista”.

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