Evasione carcere Beccaria, don Rigoldi: “Riporterò a casa quei ragazzi”
Si è costituito il terzo dei sette fuggiti dal carcere minorile Beccaria
Si è costituito questa mattina il terzo dei sette fuggiti ieri dal carcere minorile Beccaria di Milano. Due sono stati subito ripresi, mentre il terzo si è costituito in giornata, convinto dai suoi familiari a tornare sui propri passi. Sono ancora quattro quindi i giovani ancora a piede libero dopo l’evasione. I sette – secondo le prime ricostruzioni – si erano dati alla fuga approfittando dei lavori in corso da tempo per aprirsi un varco nella recinzione e poi scavalcare il muro di cinta. E così sono stati attivati posti di blocco in zona e controlli in tutta la città per arrivare a individuare i quattro ricercati. Subito dopo la fuga, nell’istituto penitenziario è scoppiato il caos: alcuni dei detenuti hanno inscenato una plateale protesta appiccando le fiamme ad alcuni materassi, un’intera sezione di quattro stanze, con dodici detenuti, è stata resa inagibile, rendendo necessario l’intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco. Quattro agenti della Polizia Penitenziaria di 25, 26, 27 e 34 anni sono stati tutti portati all’ospedale San Carlo, nessuno in condizioni gravi. La calma è poi tornata in tarda serata.
“Ci sarò oggi per incontrare il direttore, per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti”: il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha così annunciato la sua presenza al Beccaria. Salvini ha voluto anche dare la sua “solidarietà agli agenti feriti e intossicati”. Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’Istituto minorile Beccaria, ne è convinto: “Mi telefoneranno, li riporterò indietro”. Davanti al carcere dove ieri sono evasi sette detenuti, l’ex cappellano dell’istituto si augura che questa vicenda “dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16”. Per la gravità dell’evasione sono rientrati in servizio tutti gli agenti reperibili, e domani sono in arrivo, mandati dal ministero di Via Arenula, i vertici del Dipartimento della giustizia minorile, tra i quali il direttore generale Giuseppe Cacciapuoti che inizierà ad approfondire come sia potuta avvenire una così clamorosa evasione.
Un’evasione “sconcertante” per il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, senatore leghista, che oggi è arrivato al ‘Beccaria’ per fare il punto della situazione: “Siamo vicini, speriamo di esserlo, per quanto riguarda la cattura anche degli altri soggetti che sono fuggiti. Le indagini sono in corso. Contiamo presto di avere delle notizie positive”. Quanto al cantiere in corso all’istituto penitenziario minorile, il sottosegretario ha parlato di “una situazione denunciata da tempo: da troppi anni risulterebbe fermo e bloccato. Cercheremo di comprendere meglio la dinamica. So che l’attuale ministero delle Infrastrutture è stato avvisato e attivato e che abbia già fornito un via libera per il completamento dei lavori di questa struttura”. “Siamo in contatto con la direttrice del carcere – ha aggiunto Ostellari – per approfondire le modalità con cui si è verificato il fatto. Ringrazio il reparto di Polizia penitenziaria, prontamente rientrato nella sua interezza in servizio, il Nic e le altre Forze dell’ordine che da subito hanno avviato un’intensa attività di ricerca degli evasi. Ciò che è accaduto non si deve ripetere. Vanno individuate soluzioni efficaci e immediatamente disponibili per scongiurare episodi simili”.
Negli istituti minorili, per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei detenuti – ricorda il segretario della Uilpa Gennarino De Fazio- “può arrivare fino 25 anni”. “Molte delle problematiche che investono le carceri – sottolinea il sindacalista – si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni. In particolare, sono in vorticoso aumento i casi d’aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori”, tra cui appunto “l’innalzamento del limite d’età”. “Da tempo – continua – ripetiamo che il sistema d’esecuzione penale va ripensato e che vanno riorganizzati e potenziati il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.