Funerali di Stato per Forlani, con Mattarella superstiti Dc e centristi

Funerali di Stato per Forlani, con Mattarella superstiti Dc e centristi
10 luglio 2023

Funerali di Stato nella Basilica di San Pietro e Paolo a Roma per Arnaldo Forlani. Un atto dovuto da parte del governo che ha già tributato lo stesso onore ad un altro ex presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi. A rendere omaggio allo statista democristiano c’era il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana e per il Senato in assenza di Ignazio La Russa c’era il politico che forse è stato tra i più vicini a Forlani in gioventù, Pier Ferdinando Casini. È l’unico che all’uscita ha voluto dire alcune parole per sottolineare il valore dell’ex segretario Dc: “Arnaldo Forlani è stato un democratico Cristiano fino in fondo, europeista, atlantista ha cercato la pace, ha creduto profondamente nel valore delle alleanze e non ha mai ritenuto che gli avversari politici fossero dei nemici. Non è un lascito da poco in questi tempi molto travagliati in cui la politica a volte è cannibalismo”.

 

Chi c’era a San Pietro

 

In prima fila i tre figli Alessandro, Luigi e Marco e sei nipoti. E poi Elio Pasquini, lo storico segretario personale di Forlani. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha potuto partecipare perché in partenza per Riga. A rappresentare il governo c`era la Ministra dell`Università Anna Maria Bernini, figlia di un ex ministro Dc. Dietro le cariche istituzionali tanti politici che provenivano dallo Scudcrociato e anche nuovi esponenti del Centro: Lorenzo Cesa, Casini, Marco Follini, Bruno Tabacci, ma anche Gianni Letta, Ettore Rosato, Renzo Lusetti, Lorenzo Guerini, Matteo Renzi, Vincenzo Scotti, e anche Bobo Craxi, Nicola Zingaretti e Laura Boldrini, Angelo Sanza, Nicodemo Oliverio, Mauro Fabris, Fabrizio Cicchitto. Presente anche il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca.

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Il capo dello Stato, che proviene dallo stesso partito di cui Forlani fu leader, ne ha ricordato la “personalità di spicco della Repubblica per una lunga stagione, e la sua azione nel governo e nel partito di maggioranza relativa che ha contribuito all`indirizzo del Paese, alla sua crescita democratica, allo sviluppo economico e al consolidamento del ruolo italiano in Europa, nell`Alleanza Atlantica, nel consesso internazionale. Lascia un segno di grande rilievo nella storia repubblicana”.

 

La passione per la politica

 

Ma sicuramente il ricordo più sentito e ammirato è quello pronunciato dall’amico monsignor Vincenzo Paglia nella omelia dei funerali: “È stato un servitore di questo paese e siamo addolorati per la sua mancanza”, ha detto ricordando di Forlani la “passione e lo zelo” con cui ha svolto il suo ruolo nella vita politica italiana. Un esempio che “per l’Italia conta ancora, anzi suggerisce uno stile di vita in una realtà conflittuale e polarizzata in cui viviamo. La sua opera costante per avvicinare le posizioni e tessere alleanze tra mondi lontani, e il Paese ha bisogno di visioni che uniscano. Ho conosciuto Arnaldo quando si abbatté su di lui la tempesta giudiziaria – ricorda monsignor Paglia – ricordo la sua mitezza e il suo equilibrio in un mare di dolore e sconcerto. Mi colpì la sua totale fiducia in Dio. Non si è sottratto all’azione magistratura” anzi “la cicuta la bevve fino in fondo”.

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Alla base di questo atteggiamento c’era la volontà di “non indebolire le istituzioni su cui si fonda la convivenza civile e rispetto per le idee diverse che è importante per il consolidamento della democrazia. Aveva un grande senso delle istituzioni, unito a sobrietà, rigore e sensibilità per i problemi sociali Non si riconosceva in un uomo di corrente ma di partito”. “Coniò l’immagine del potere discreto perché era contrario alla concentrazione del potere – ha concluso Paglia – e negli anni 60 parlava di riforme istituzionali per correggere i limiti del potere politico. Oggi ancora se ne discute ma non sempre con sua lungimiranza”. All’uscita dopo l’omaggio del Presidente della Repubblica al feretro i giornalisti hanno provato a strappare qualche parola al figlio Marco: “aveva una grande passione per la politica ma non avrebbe mai voluto che parlassimo di lui o lo esaltassimo”.

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