Gentiloni, non è governo ‘yogurt’: “L’esecutivo dura fin quando ha la fiducia del Parlamento”

Gentiloni, non è governo ‘yogurt’: “L’esecutivo dura fin quando ha la fiducia del Parlamento”
13 dicembre 2016

E’ iniziato l’iter parlamentare per la fiducia. In giornata il voto alla Camera e al Senato. Poco dopo le 11 il neo presidente del Consiglio prende la parola alla Camera in occasione della fiducia. “Il governo che si presenta a ricevere la fiducia è garante della stabilità delle Istituzioni – dice Paolo Gntiloni -. E intende concentrare tutte le proprie energie sulle sfide dell’Italia e i problemi degli italiani. Il suo profilo politico è iscritto nel quadro della maggioranza del governo precedente. Per qualcuno è un limite, io lo rivendico, rivendico il risultato di aver rimesso in moto il Paese”. L’ex ministro degli Esteri ringrazia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua “ferma guida”. E rende omaggio al suo predecessore, Matteo Renzi: la sua scelta di dimettersi è “un atto di coerenza a cui tutti gli italiani che hanno a cuore la dignità della politica dovrebbero guardare con rispetto”, scandisce. E non elude lo ‘spettro’ che accompagna la nascita del suo governo: le elezioni anticipate.

Starà alla politica “il dibattito sulla durata del nostro esecutivo: per me vale la Costituzione, il governo dura finché ha la fiducia”. Un solo applauso interrompe il discorso, prima dell’applauso finale, quando Gentiloni afferma: “Il Governo non si rivolgerà certo a quelli del Sì contro quelli del No” al referendum, “si rivolge a tutti i cittadini” e chiede “rispetto per le istituzioni”. In Parlamento il premier si augura “convergenze più larghe sui singoli provvedimenti”. A partire dalla legge elettorale sulla quale l’esecutivo, ribadisce, “non sarà attore protagonista” ma “non starà alla finestra: cercheremo di facilitare e sollecitare” un accordo. Quanto al programma di governo, il presidente del Consiglio indica come prima priorità la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto (“Dalla qualità della ricostruzione dipende la qualità del futuro dell’Italia centrale”) e assicura continuità al progetto Casa Italia. Poi un passaggio sulla politica Estera, che fino a ieri Gentiloni ha seguito dalla Farnesina. Giovedì il premier sarà a Bruxelles per il Consiglio europeo e ribadirà una linea “molto netta”: “Non è accettabile un’Europa troppo severa sull’austerity e tollerate verso chi non accetta di condividere responsabilità” sui migranti.

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L’anno prossimo, ricorda, l’Italia ospiterà l’anniversario dei trattati europei (“Una scommessa per il futuro”) e il G7, con il nuovo presidente Usa Donald Trump: “Siamo pronti – afferma – a collaborare il nostro principale partner da sempre, gli Stati Uniti, forti dei nostri principi”. Sul fronte economico, l’impegno è “rafforzare la ripresa che lentamente si sta manifestando”. E Gentiloni non elude il tema di Mps: “Il governo è pronto ad intervenire per garantire la stabilità degli istituti bancari e i risparmi dei cittadini”. In continuità con Renzi anche alcuni dossier: dai diritti, su cui è “possibile fare altri passi avanti”, al completamento della riforma del lavoro e dell’anticipo pensionistico. Fino alle riforma della P.a., del processo penale e al libro bianco della difesa da completare. Su due temi, il nuovo esecutivo interverrà per dare risposte che finora non sono state “pienamente sufficienti”. Al centro degli “sforzi” ci sarà “la parte più disagiata della nostra classe media, partite iva e lavoro dipendente” che oggi “si sente sconfitta”. E il Sud, che De Vincenti seguirà da ministro: “Dobbiamo fare molto di più perché dal Sud può venire la spinta forte per la crescita”.

 

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