Green economy, Italia a sorpresa prima in Europa. Male invece per il consumo del suolo

Green economy, Italia a sorpresa prima in Europa. Male invece per il consumo del suolo
27 ottobre 2016

La ‘green economy’ italiana potrebbe essere un fattore fondamentale per la ripresa dello sviluppo in Italia. A sorpresa, infatti, il nostro paese si colloca al primo posto rispetto a Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. E’ quanto emerge dalla relazione della Green Economy 2016. Il confronto tra l’Italia e gli altri quattro Paesi europei e’ stato realizzato analizzando otto tematiche strategiche (emissioni di gas serra, rinnovabili, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, eco-innovazione, agroalimentare di qualita’ ecologica, capitale naturale e mobilita’ sostenibile) con 16 indicazioni chiave. Nonostante alcuni punti deboli, primi tra tutti l’aumento delle emissioni di gas serra nell’ultimo anno, la bassa crescita delle rinnovabili e l’elevato consumo di suolo, “complessivamente la green economy italiana realizza la migliore performance complessiva tra le cinque principali economie europee, evidenziando cosi’ rilevanti possibilita’ di sviluppo”.

Analizzando le cifre, viene evidenziato che tra il 1990 e il 2014 l’Italia ha ridotto le proprie emizzioni di gas serra di circa il 20%, leggermente al di sotto della riduzione media europea che e’ stata del -24%. Nel 2015 la posizione italiana e’ significativamente peggiorata, con un aumento di tali emissioni del 3,5%. Bene il fronte dell’efficienza energetica: l’Italia ha una performance migliore della media europea, e al secondo posto della classifica dei cinque grandi Paesi, dietro solo al Regno Unito. Analizzando, invece, l’andamento nel tempo, dal 2005 al 2014 si vede che l’intensita’ energetica del Pil dell’Italia e’ migliorata del 16%: meno della media europea (18%) e solo al quarto posto. Il consumo finale lordo soddisfatto con le rinnovabili in Italia e’ stato del 17,18% nel 2014, superiore alla media europea del 16%. L’Italia deve pero’ vigilare perche’ questo primato tra i grandi Paesi europei rischia di durare poco: negli ultimi tre anni l’Italia ha infatti fermato la crescita dei nuovi investimenti in fonti rinnovabili e nel 2014 e’ scesa al quarto posto per questo tipo di investimenti. Buona performace del nostro paese per quanto riguarda il riciclo dei rifuti speciali l’eco-innovazione (1,4 milioni di ettari coltivati con criteri biologici, secondi solo alla Spagna) e le emissioni pro capite di Co2. Male, invece, il consumo di suolo: in questo settore l’Italia e’ in quarta posizione tra i grandi paesi europei.

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