Interi quartieri ridotti in macerie, palazzi anneriti dagli incendi, strade deserte. Queste immagini, diffuse dalle autorità locali di Mariupol, mostrano una città fantasma. La località portuale, strategica per la posizione a metà strada fra Crimea e Donbass, ha subito i bombardamenti più pesanti. Qui è stato colpito l’ospedale pediatrico e il reparto maternità, il teatro nel cui bunker si rifugiavano centinai di civili. Sarebbero 300 le persone morte nell’attacco dell’esercito russo al teatro di Mariupol il 16 marzo, secondo quanto riferiscono oggi le autorità locali ucraine. In centinaia si nascondevano nel bunker per sfuggire ai bombardamenti continui sulla città. Civili, famiglie, come dimostrerebbero queste immagini pubblicate su un canale Telegram (Tpyxa) che diffonde video e news dal campo. Si sente un uomo che dice “Un missile ha colpito il teatro” mentre un gruppo di persone, qualcuna con i bambini in braccio, ricoperte di polvere, esce dall’edificio, fra le macerie.
Intanto, anche la Russia ha dato il primo bilancio dopo settimane delle perdite subite dal suo esercito in Ucraina. “Ad oggi sono morti 1.351 soldati e 3.825 sono stati feriti”, ha detto Sergey Rudskoy, rappresentante dell’esercito. I numeri sono difficili da verificare in modo indipendente, soprattutto quando riguardano le vittime sul campo. Secondo fonti Nato, citate dal Wall Street Journal, i soldati russi uccisi in Ucraina sarebbero molti di più, fra i 7.000 e i 15.000. Contando oltre alle vittime anche i feriti, i prigionieri e i dispersi, sempre secondo la stessa fonte, si arriverebbe a circa 40mila soldati russi. Infine, dopo l’annuncio dell’Ucraina, pure la Russia ha confermato oggi lo scambio di prigionieri 10 contro 10 con l’Ucraina. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti, citando la commissaria per i diritti umani Tatyana Moskalkova. “Confermo l’informazione sullo scambio di 10 soldati russi fermati nei territori dell’Ucraina per 10 soldati ucraini”, ha detto Moskalkova. Inoltre – ha detto ancora Moskalkova – c’è stato uno scambio di civili.
