Highlander, Tabacci e l’ultima giravolta degli ex Democristiani

Highlander, Tabacci e l’ultima giravolta degli ex Democristiani
Bruno Tabacci
25 giugno 2019

L’ha annusata appena nata. E nel giro di pochi mesi, il re della foresta ha azzannato la sua preda. Bruno Tabacci è il neo presidente di +Europa. Un partito nuovo, giovane, con contenuti innovativi, dicevano a partire dalla fondatrice Emma Bonino. Di certo buoni propositi, se si pensa che colui che ora presiede la giovane formazione politica, quarantanove anni fa fu consigliere comunale in diversi comuni del Mantovano nelle fila della Democrazia Cristiana. E solo diciassette anni dopo, quindi trentadue anni fa – e siamo nel 1987 – Tabacci fu presidente della Regione Lombardia, ancor prima dell’altro storico governatore democristiano, Roberto Formigoni. Tabacci, che ad agosto compirà settantatré anni, non guarda steccati: una storia democristiana, l’approdo a Silvio Berlusconi, un passaggio con Pierferdinando Casini, sponsor dell’ex sindaco di sinistra di Milano, Giuliano Pisapia che poi lo nomina assessore. Si candida finanche alle primarie del Pd in competizione con Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. E ora, addirittura, si dice pronto a governare con il “suo” +Europa in caso di elezioni anticipate.

Insomma, un maestro di giravolte ma soprattutto una grande capacita di sapersi riciclare, politicamente, pur di conquistare una poltrona. E i fatti non lo smentiscono. Cosa dire d’altronde, di un democristiano che sta con una una Emma Bonino che tra aborto e cannabis, di demo-cristiano, c’è ben poco. Certo, la Bonino non è da meno: in passato, è stata eletta nel centrodestra con un accordo con Forza Italia, ma ha fatto anche il ministro nel centrosinistra. E che trova buona compagnia, a sua volta in +Europa, con il segretario, Benedetto Della Vedova, che nella vita è stato in tanti partiti tra cui Forza Italia, FLI (il partito di Fini) e pure in Scelta Civica di Monti, per citarne alcuni. Un grande democristiano, Tabacci, che grazie alla sua elezioni a presidente, risveglia pure lo spirito a un altro maestro della giravolte come Pierferdinando Casini. Che pur di non perdere lo scranno in parlamento si arruola nella sinistra, candidandosi lo scorso anno con il Pd. “Complimenti a Bruno Tabacci per l’elezione a presidente di +Europa – ha detto uno dei più longevi eredi della Dc, eletto per la prima volta alla Camera nel 1983 -.

Con lui si puo’ aprire una fase interessante e nuova”. Come dire, sono pronto anch’io per governare. Chi ha il dna della balena Bianca, politicamente è immortale. Esempio vivente l’ex premier e ex segretario della Dc, Ciriaco De Mita, che a 91 è ancora sindaco di Nusco, suo comune di nascita in provincia di Avellino. Come non va scordato un altro democristiano doc, il parlamentare eletto con Fi, Gianfranco Rotondi, che dopo le dimissioni della scorsa settimana da presidente della Democrazia Cristiana, ha trasformato il partito in fondazione, cedendole nome e simbolo. Come dire, nel segno dell’immortalità.

A guidare la nuova fondazione, oltre allo stesso Rotondi, ci sarà un altro eterno democristiano, Rocco Buttiglione, settantuno anni che proprio con questa nuova carica, torna sulla scena. Agli inizi degli anni Novanta, fu l’allora segretario della Dc, Mino Martinazzoli ad aprirgli le porte del partito, primo passo di una lunga carriera politica e istituzionale. Oggi il filosofo Buttiglione è convinto che Luigi Di Maio, in caso di voto anticipato, sarebbe finito. E questo è il suo ragionamento: “Il Movimento 5 Stelle è molto debole al governo perché non ha un piano b in caso di elezioni anticipate. Mentre Salvini può ripresentarsi con il centrodestra e puntare a fare il presidente del Consiglio, Di Maio ha solo la prospettiva di perdere ancora più voti”.

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