I Comuni all’attacco: “Fermare stato di calamità Crocetta”

I Comuni all’attacco: “Fermare stato di calamità Crocetta”
19 ottobre 2015

Grido d’allarme degli amministratori siciliani riuniti oggi a Palermo. “Non possiamo permettere che lo stato di calamita’ istituzionale della Regione siciliana diventi lo stato di calamita’ istituzionale anche per i comuni”, ha detto il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando. “I nostri Comuni – hanno detto i sindaci – sono alla distruzione a causa dei tagli regionali e nazionali con inevitabili e conseguenti mortificazioni per i cittadini”, spiegando che si e’ alla fine del 2015 e la Regione non ha ancora sentito i Comuni sulla programmazione 2014-2020 “in una regione dove il tasso della poverta’ e’ fra i piu’ alti d’Italia”. Nel resto d’Italia “siamo fuori dalla crisi finanziaria e sociale ma in Sicilia restiamo in uno stato di vera e propria calamita’ istituzionale e finanziaria con un conseguente forte disagio che lede la dignita’ di una amministrazione pubblica, quale e’ il Comune”.

E’ la prima volta che il piano di riparto dei fondi per le autonomie per il 2015 non viene approvato dall’Anci Sicilia. Continua Orlando: “Non possiamo consentire che ad oggi non sia ancora arrivato un euro per il 2015 che sta finendo ai comuni siciliani invocando spese varie e patto di stabilita’”. Dal 2009 al 2015 i comuni siciliani hanno avuto il 50 per cento di trasferimenti regionali in meno e in tre anni si e’ avuto ancora un maggior taglio dei trasferimenti nazionali. E Mario Emanuele Alvano, segretario generale di Anci Sicilia: “Accanto al taglio delle risorse abbiamo subito tagli indiretti alla spesa sanitaria attraverso l’inserimento della compartecipazione sull’assistenza ai disabili e ai tossico-dipendenti e i tagli sui trasporti che hanno aggravato enormemente la situazione economica dei comuni, L’armonizzazione contabile sta facendo riaprire con piu’ forza la questione meridionale e sta pesando sui comuni siciliani molto di piu’ a causa dei livelli di riscossione e della scarsa capacita’ fiscale”.

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Insomma, “siamo ad un punto di non ritorno – per Paolo Amenta, vicepresidente di Anci Sicilia – il sistema finanziario, il sistema delle riforme e il sistema di programmazione dei fondi comunitari che non partono in un sistema produttivo distrutto. La situazione finanziaria e’ al collasso. I comuni dopo aver contribuito in linea diretta al non default della regione si ritrovano in maniera silenziosa a dover dichiarare il proprio default. Se tutto cio’ viene proiettato nei prossimi tre anni con obbligo di armonizzare i propri bilanci con il 118 nazionale e’ ancora piu’ grave perche’ grazie alla legge sui liberi consorzi i presidenti si trasformeranno in commissari fallimentari”.

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