“Il CalciaStorie” approda a Palermo, in campo Lazaar e Ujkani

29 gennaio 2015

 Il progetto nazionale “Il CalciaStorie”, lanciato da Lega Serie A e Uisp per diffondere tra i giovani la cultura dell’integrazione e della tolleranza attraverso il calcio, ha fatto tappa stamattina al liceo scientifico statale “Cannizzaro” di Palermo.  All’incontro con gli studenti del liceo hanno partecipato due calciatori del Palermo, il terzino Achraf Lazaar e il portiere Samir Ujkani, assieme al team manager Alessio Cracolici e al segretario del settore giovanile Lorenzo Farris.  Durante l’incontro è stato proiettato il video realizzato da Sky Sport con Federico Buffa, tratto dal libro di Matteo Marani “Dallo Scudetto ad Auschwitz”, che racconta la storia di Arpad Weisz, allenatore ungherese di origini ebraiche che, dopo la promulgazione delle leggi razziali, fu costretto a fuggire prima a Parigi e poi nei Paesi Bassi. Da lì, dopo l’occupazione nazista, venne deportato ad Auschwitz, dove morì con i familiari nel 1944.

Anche Lazaar e Ujkani hanno avuto modo di raccontare le personali esperienze di vita e di integrazione. “Sono in Italia fin da piccolo, sono ormai undici anni – racconta il terzino – Imparare nuove culture è bello, nel calcio conta essere uniti, accogliere chi arriva da fuori, la diversità non è un problema. È uno sport che aiuta a crescere, che insegna i valori dell’educazione. Quando sono arrivato mi sono iscritto all’oratorio perchè non conoscevo una parola, sono stati i ragazzi a insegnarmi l’italiano”. “Ho tanti amici italiani – prosegue Lazaar – Sono venuto qui con la speranza di diventare qualcuno. Esperienze di razzismo non ne ho vissute, sono in Italia da tanto tempo, conosco sia la cultura italiana sia quella marocchina e mi sono sempre sentito accolto. Sono stato fortunato”.

Leggi anche:
Classifica di Serie A: Juve e Bologna in Champions

“Quando entri in campo – dice invece Ujkani  – conta solo la squadra, non certo da quale nazione provieni.  Interessa solo il risultato. Fuori dal campo invece hai l’opportunità bellissima di imparare tante cose nuove. Il calcio è uguale in tutto il mondo, quando entri in campo l’unico obiettivo è fare bene. Siamo tutti uguali, bisogna rispettare tutti. Io sono kosovaro, sono scappato dalla mia terra a causa della guerra, sono andato a vivere in Belgio e poi il Palermo mi ha visto giocare e mi ha comprato. So bene cosa vuole dire cambiare paese e integrarsi in una nuova mentalità conservando al tempo stesso la tua identità – aggiunge il portiere -. Era il mio sogno vivere in Italia e imparare la lingua. La prima cosa che mi ha colpito è stata il cibo. Spostarsi in continuazione, anche per le trasferte, permette di conoscere cose nuove, però c’è un aspetto negativo, ossia dover lasciare sempre alle spalle la propria famiglia, non essere mai a casa”.

Per il dirigente della Lega, Fabio  Santoro , “l’obiettivo di questo progetto è raccogliere storie e far emergere e raccontare modelli positivi contro ogni forma di discriminazione non solo razziale ma anche sessuale e religiosa. Il progetto è finanziato dalla Lega con le multe dei giocatori”.  Infine, Cracolici: “Nel Palermo ci sono 14 nazionalità diverse e non è retorica dire che il nostro spogliatoio sia simbolo di grande integrazione, un vero esempio. Siamo felici di parlare ai ragazzi di come il calcio possa testimoniare l’importanza della lotta contro il razzismo”.

Leggi anche:
Classifica di Serie A: Juve e Bologna in Champions

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti