Il governo dà il via libera alla mancia per i pensionati

Il governo dà il via libera alla mancia per i pensionati
18 maggio 2015

di Giuseppe Novelli

La soluzione alla questione pensioni arriva con un bonus una tantum per 3,7 milioni di pensionati, ovvero tutti quelli che prendono meno di 3.200 euro lordi al mese. Dal 2016 invece l’indicizzazione del trattamento previdenziale sarà inversamente proporzionale al reddito (più bassa è la pensione più alto sarà l’aumento a copertura dell’inflazione), mentre con la legge di stabilità del prossimo autunno il governo interverrà per dare maggiore flessibilità a chi vuole andare in pensione, superando le normative attuali “troppo rigide”. Matteo Renzi spiega così l’intervento sulle pensioni, reso obbligatorio dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato lo stop all’indicizzazione disposto dalla riforma Fornero. La copertura economica è garantita dal “tesoretto” che il premier aveva svelato il mese scorso: “Dicevano che me l’ero inventato, invece c’era eccome. E non è da 2 miliardi, bensì da 2 miliardi e 180 milioni”. Sufficienti per restituire parte dell’indicizzazione appunto a 3,7 milioni di pensionati: “Ne resteranno fuori circa 670mila di quelli potenzialmente interessati dalla sentenza”, gli altri invece “riceveranno il primo di agosto un simpatico bonus…”. Dal primo di agosto perchè nel decreto viene fissata al primo del mese la data in cui verranno pagate le pensioni, “a partire dal 1 giugno”.

Una soluzione che vede già le critiche di tutte le opposizioni, cui Renzi replica seccamente: “Quando questa norma è stata votata, io Poletti e Padoan facevamo un altro mestiere. E’ divertente che chi l’ha votata, ora dica che va restituito tutto. Noi stiamo rimediando ai danni fatti da costoro. Anche da quei capigruppo dell’opposizione che hanno votato la legge Fornero e che oggi vorrebbero far finta di niente ma ai cui danni stiamo rimediando”. Del resto, ha ribadito il premier, restituire tutto sarebbe stato impossibile: “Si tratta di 18 miliardi, pagare tutto significherebbe togliere denari a qualcos’altro: asili, strutture, dipendenti. Sarebbe una cifra davvero molto, molto rilevante”. E per dirla con Padoan, avrebbe significato “procedura di infrazione da parte della Ue e conseguente manovra correttiva”, con l’aggravante che si sarebbero persi i benefici della maggiore flessibilità europea appena ottenuti.

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Nel dettaglio, gli esempi portati da Renzi sono i seguenti: “Se prendi 1.700 lordi di pensione, avrai ad agosto 750 euro di bonus una tantum; se prendi 2.200 lordi il bonus sarà di 450 euro; se prendi 2.700 sarà di 278 euro”. Questo per quanto riguarda gli arretrati, mentre per il futuro, l’indicizzazione funzionerà così: “A regime dal 2016 a chi prende 1700 euro lordi di pensione andranno 180 euro l’anno” grazie all’indicizzazione, “99 euro all’anno a chi prende 2.200 euro lordi, 60 euro l’anno a chi prende 2.700 euro lordi”. Ma affrontata l’emergenza, Renzi immagina un altro intervento in autunno: “Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido” sull’età pensionabile ed “entro la legge di stabilità andremo a dare un pochino di spazio a chi vorrà avere maggiore libertà e disponibilità”, ad esempio “la nonna che si vuole godere il nipotino”.

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