Iliad entra in mercato fisso in Italia, accordo con Open Fiber

Iliad entra in mercato fisso in Italia, accordo con Open Fiber
7 luglio 2020

Nel mercato del fisso italiano fa il suo ingresso, forte dei suoi già 5,5 milioni di clienti sul mobile e il 7,4% di quota, Iliad. Il gruppo di tlc che con il suo arrivo in Italia due anni fa ha scatenato una forte una pressione competitiva sui prezzi nel mobile, ha annunciato oggi un accordo con Open Fiber, l’operatore all’ingrosso di Enel e Cdp per utilizzare la rete interamente in fibra ottica, Ftth (Fiber to the home). “L’accordo, si legge, conferma l’efficace strategia commerciale di Open Fiber – che ha oggi accordi con più di 100 operatori” e riguarda le 271 città in cui si articola il piano di cablaggio della stessa Of. L’ottica di Iliad come quella dei principali operatori è quella di una convergenza fisso-mobile che già il gruppo francese realizza in altri paesi europei con una base di 35 milioni di clienti.

A qualche giorno di distanza da Sky con il lancio del servizio di boardaband in fibra Sky Wi-Fi, in accordo con Open Fiber e aperto anche a chi non è abbonato alla pay-tv, anche Iliad, confermando le indiscrezioni della vigilia, entra nel fisso scegliendo ancora Of, quindi un modello di rete non verticalmente integrato e ponendo in questo senso ultreriore pressione sulle trattative per arrivare a una rete unica tra Tim e la società guidata da Elisabetta Ripa. Di fatto mentre si discute a più livelli, politico-istituzionale ed economico, sulla opportunità di arrivare ad una rete unica e sul modello di rete da adottare, gli accordi di Open Fiber delle ultime settimane certamente rappresentano una ‘carico da novanta’ nella trattativa.

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La strada delle intese realizzate finora sembra far pendere la bilancia verso il modello wholesale only, di un operatore che non abbia al suo interno anche i servizi. Del resto proprio qualche giorno fa in una intervista il numero uno di Sky Italia, Maximo Ibarra, aveva sottolineato come la rete unica si possa realizzare ad una condizione: “chi ha la maggioranza della società non può essere anche fornitore di servizi”. L’azionariato ideale sarebbe composto da “Cdp, fondi pensione, investitori istituzionali a lungo termine, affiancati dagli operatori delle telecomunicazioni”.

Il mercato, come ribadito dalla stessa Autorità per le comunicazioni è in espansione. Ad esempio, i contenuti audiovisivi online a pagamento (Vod), a marzo, primo mese di lockdown in piena pandemia, hanno fatto registrare un tasso di crescita considerevole (+42% rispetto a febbraio, +60% rispetto a marzo 2019), superando i 17 milioni di utenti unici. Lo streaming video assorbe oltre il 60% del traffico in download quota arrivata all’80% in pandemia. Ma anche la didattica a distanza e soprattutto lo smart working che ha dimostrato di funzionare sono settori in espansione e tra i punti principali del Piano di riforme italiano c’è proprio la digitalizzazione del paese.

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