Ilva, focus pm su comunicati stampa e dichiarazioni Morselli

Ilva, focus pm su comunicati stampa e dichiarazioni Morselli
20 novembre 2019

Gli accertamenti sulle comunicazioni di ArcelorMittal Italia e sulle dichiarazioni di Lucia Morselli rientrano nell’inchiesta della procura di Milano condotta dai magistrati Mauro Clerici e Stefano Civardi, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. L’indagine e’ su due ipotesi di reato: false comunicazioni al mercato (aggiotaggio informativo) e il reato contemplato dall’articolo 232 della legge fallimentare comma 2. Ovvero, un reato che si contesta a chi ‘senza concorso con il fallito’ commette comunque un reato di bancarotta per distrazione. In particolare, il comma 2 dell’articolo riguarda chi ‘essendo consapevole dello stato di dissesto dell’imprenditore distrae o ricetta merci o altri beni dello stesso o li acquista a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se il fallimento si verifica’.

Nell’ambito di questa inchiesta, ieri la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito delle perquisizioni presso le sedi milanesi di ArcelorMittal Italia, Ilva Spa, e Deloitte, in quanto revisore contabile. Il punto di partenza sono le parole riportare nella nota di ArcelorMittal Italia del 15 ottobre scorso, in occasione della nomina di Morselli. “Non esiste forse oggi in Italia una sfida industriale piu’ grande e piu’ complessa di quella degli impianti dell’ex Ilva. Sono molto motivata dall’opportunita’ di poter guidare ArcelorMittal Italia, e faro’ del mio meglio per garantire il futuro dell’azienda e far si’ che il suo contributo sia apprezzato da tutti gli stakeholder”, ha dichiarato la manager in quella occasione.

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I magistrati stanno verificando non solo se le comunicazioni date al mercato dalla societa’ e dai suoi manager siano state corrette ma se trovano corrispondenza poi negli atti effettuati dal gruppo franco-indiano da quando ha siglato il contratto di affitto di ramo d’azienda (che prevedeva poi l’acquisto) dell’Ilva in amministrazione straordinaria. Una delle ipotesi da verificare e’ se da parte del colosso siderurgico ci sia stato un disegno volto a portare alla chiusura lo stabilimento di Taranto, l’asset principale del gruppo italiano. Questa circostanza e’ stata avanzata dai commissari straordinari dell’Ilva nel ricorso d’urgenza effettuato in sede civile per bloccare il disimpegno di ArcelorMittal e i magistrati milanesi la stanno vagliando dal punto di vista penale.

NUOVI TESTIMONI IN PROCURA

Nuovi testimoni sfilano al quarto piano della procura di Milano nell’inchiesta sull’ex Ilva affidata ai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli, che indagano per aggiotaggio informativo e violazione della legge fallimentare. Da quanto si apprende si atratta di altri dirigenti. Rispetto alla prima accusa, ossia presente false comunicazioni al mercato, i magistrati si concentrano sulle ultime note stampa, anche quella del 15 ottobre con le dichiarazioni dell’attuale amministratore delegato Lucia Morselli. Per la seconda, invece, l’interesse riguarda il ‘contratto quadro d’affitto’ tra l’Ilva in amministrazione straordinaria e le società del gruppo, i rapporti con fornitori e clienti, “con particolare riferimento alla continuità degli ordinativi”.

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La procura lavora anche sui prezzi delle materie prime praticati “negli acquisti infragruppo” che potrebbero essere stati gonfiati erodendo il patrimonio Ilva. Secondo i commissari straordinari, il gruppo franco-indiano ha “ricevuto un magazzino del valore di 500 milioni di euro”, che avrebbero esaurito senza procedere ad alcun ulteriore acquisto. I pm hanno anche aperto un’inchiesta per violazioni fiscali relativa ad una società che avrebbe operato commercialmente in Italia per il gruppo, tra il 2013 e il 2014, ma avrebbero occultato al fisco per pagare meno tasse in Lussemburgo. Al momento il fascicolo resta un ‘modello 44’, cioè senza indagati.

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