Incognite su dopo Di Maio, rischio conta a Stati generali 5stelle

Incognite su dopo Di Maio, rischio conta a Stati generali 5stelle
Luigi Di Maio e Vito Crimi
24 gennaio 2020

Non e’ stato ancora deciso chi sara’ ora il capo delegazione pentastellato al governo: i ministri M5s, secondo quanto si apprende, saranno chiamati ad una votazione. L’orientamento prevalente e’ quello di ‘promuovere’ il responsabile del Mise ma il nome di Patuanelli – scelta gradita al premier Conte e ai dem – non e’ del tutto scontato, come invece appariva ieri pomeriggio. E anche l’organizzazione degli Stati generali del Movimento 5 stelle e’ ancora al buio: non si sa ancora se e cosa si votera’, non e’ ancora certo se effettivamente si discutera’ solo di proposte tematiche oppure anche di come si costituira’ l’organismo di vertice. Insomma il dopo Di Maio e’ ancora tutto da costruire, anche se il successore non avverra’ di sicuro prima della kermesse. Con Di Maio che ai fedelissimi si e’ limitato a dire che sono in molti a chiedergli di tornare in campo per riprendersi il Movimento. Ma quei parlamentari che hanno parlato con il responsabile della Farnesina ieri sera riferiscono che non e’ ancora certo che lui voglia tornare al vecchio ruolo, sicuramente non se dovessero permanere le condizioni attuali.

Qualcun altro poi ipotizza per Di Maio un futuro ruolo di coordinatore dei facilitatori. Ora la concentrazione di tutti i ‘big’ e’ alla prossima manifestazione. Probabilmente sulla ‘road map’ verra’ fatta chiarezza solo ai primi di febbraio (il 4 ci dovrebbe essere una riunione ad hoc) ma intanto il reggente Crimi ha avviato le ‘consultazioni’ con i facilitatori nazionali per decidere il percorso. Con la premessa che bisognera’ posizionarsi sui temi, sciogliere i nodi sul tavolo per cercare di rilanciare il Movimento. Restano quindi tutte le incertezze legate al passo indietro del ministro degli Esteri. “Chi va in tv? Chi detta la linea?”, le domande ricorrenti all’interno del Movimento. Da una parte c’e’ lo schieramento del cosiddetto ‘fronte riformista’: ci sono i ministri Patuanelli, D’Inca’, Fico, lo stesso Grillo che si augura un’alleanza piu’ strutturata con i dem; dall’altra il fronte guidato dallo stesso Di Maio che dopo aver tolto la cravatta avra’ le ‘mani libere’ in vista della verifica che ci sara’ al governo dopo l’Emilia, che vinca Bonaccini o la Borgonzoni. “Il Movimento Cinque stelle deve mantenere la sua natura post ideologica e la sua indipendenza”, dice per esempio il Guardasigilli Bonafede. Il timore in M5s e’ che agli Stati generali si possa arrivare in qualche modo ad un ‘conta’ per decidere il ‘perimetro’.

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Tra i gruppi parlamentari e nel governo molti restano al fianco del responsabile della Farnesina, con la convinzione che la cosiddetta ‘terza via’ dovra’ essere la direzione da portare avanti. E cresce la fibrillazione tra i deputati e i senatori. Alla Camera dopo le elezioni di domenica dovrebbero uscire da M5s altri due deputati (secondo i ‘boatos’ di Montecitorio esponenti provenienti dalla Calabria e dall’Emilia) mentre a palazzo Madama il timore e’ che nell’eventualita’ di una vittoria della Lega possano risuonare di nuovo le sirene del partito di via Bellerio. Tuttavia nelle riunioni di oggi al Senato in tanti hanno auspicato che ora si possa arrivare ad una gestione collegiale, che i mal di pancia dei giorni scorsi possano rientrare. Ma sullo sfondo c’e’ la scure dei Probi viri legata alle rendicontazioni. Arriveranno le sanzioni per i morosi: l’espulsione dovrebbe riguardare Ciampolillo e pochissimi deputati, mentre per altri il provvedimento potrebbe essere solo quello della sospensione. Non dovrebbe comunque arrivare la mano pesante. Anche perche’ il primo obiettivo e’ quello di assicurare la sopravvivenza del Movimento. Alle prossime elezioni ci sara’ ancora il M5S? “Per me sono finiti”, la sentenza di Renzi. “Molti gia’ ci danno in caduta libera, dobbiamo rilanciarsi”, afferma un deputato pentastellato. Ma un dato negativo in Emilia e in Calabria potrebbe creare ulteriori divisioni. “Di Maio – sottolinea un esponente pentastellato – ha voluto lasciare prima per non mettere la faccia sulla sconfitta. E prima di farlo si e’ tolto tutti i sassolini dalle scarpe”.

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