In Italia hackerati 12mila siti “regionali”. Toscana, Sicilia e Lombardia le più “gettonate”

In Italia hackerati 12mila siti “regionali”. Toscana, Sicilia e Lombardia le più “gettonate”
20 gennaio 2017

Dal 2001 ad oggi, a seguito di attacchi informatici, sono state violate home page o pagine interne di quasi 12mila siti italiani di ‘interesse regionale’ con in testa Toscana, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna. È quanto emerge dalla Nota scientifica dell’Istituto Demoskopika “La mappa dell’hacking in Italia”. Di 11.555 siti di “interesse regionale” violati negli ultimi 15 anni conteggiati dall’Istituto Demoskopika, con 1.357 siti violati, sarebbe “la Toscana la meta preferita dagli hacker per i loro attacchi informatici, immediatamente seguita dalla Sicilia e dalla Lombardia rispettivamente con 993 e con 882 siti ‘visitati’ dai defacer. A seguire l’Emilia Romagna (781 siti), il Lazio (692 siti), la Sardegna (686 siti), il Veneto (670 siti), la Campania (663 siti), la Puglia (655 siti) e l’Umbria (645 siti).

E, ancora, il Friuli Venezia Giulia (588 siti), la Calabria (490 siti), il Piemonte (484 siti), l’Abruzzo (434 siti), la Liguria (369 siti), il Trentino Alto Adige (360 siti) e le Marche (26 i siti). In coda si posizionano la Basilicata (198 siti), il Molise (176 siti) e la Valle d’Aosta (170 siti)”. Spostando l’attenzione sui portali istituzionali, lo studio di Demoskopika individua ben 1.185 siti presi di mira dai defacer. Toscana “sempre in vetta con 288 siti istituzionali o rilevanti hackerati pari al 24,3% del dato complessivo. A seguire Emilia Romagna (108 siti), Lombardia (106 siti), Campania (105 siti), Veneto (99 siti), Lazio (95 siti), Puglia (72 siti), Friuli Venezia Giulia (43 siti), Umbria (41 siti), Piemonte e Liguria (37 siti), Sicilia (32 siti) e Calabria (30 siti). In coda si collocano Abruzzo (28 siti), Marche (16 siti), Sardegna (15 siti), Valle d`Aosta (10 siti), Molise (9 siti), Trentino Alto Adige e Basilicata (7 siti)”.

Sarebbero invece 205 gli attacchi informatici rilevati dall’istituto dal 2001 ad oggi a danno dei siti dei partiti e delle organizzazioni politiche italiane presenti sull’intero territorio nazionale. A subire il maggior numero di violazioni, riporta lo studio “la Lega Nord con 58 hackeraggi pari al 28,3% del dato complessivo che stacca di poco il Movimento 5 Stelle con 55 attacchi (26,8%) e Forza Italia con 51 attacchi (24,9%). Meno “attenzionato” dagli hacker il Partito Democratico che, nell’arco temporale considerato, si è visto le home page di 32 siti locali ospitare improvvisamente messaggi “non autorizzati” (15,6%). A chiudere questa classifica, Fratelli d`Italia-Alleanza nazionale con 8 casi osservati (3,9%) e il Nuovo Centro Destra (0,5%) con un hackeraggio monitorato”. Su 1.250 hackeraggi analizzati da Demoskopika, avvenuti negli ultimi 18 mesi (da luglio 2015 ad oggi), oltre la metà, il 55,5% avrebbe una matrice politica.

“Ben 694 violazioni”, si legge, “firmate da hacker che nella maggior parte dei casi si professano mussulmani, avrebbero avuto l’obiettivo prioritario di produrre rivendicazioni politiche, di manifestare una forte identità patriottica e, nei casi più estremi, anche di minacciare ritorsioni verso i Paesi occidentali. Una motivazione, altrettanto significativa, è legata al desiderio dell’hacker di dimostrare la vulnerabilità del sito e rivendicare l’accessibilità per tutti delle informazioni: 347 violazioni rilevate pari al 27,8% del dato complessivo. Infine, dimostrare la propria abilità e di essere il miglior defacer”, ha caratterizzato, secondo l’analisi dei ricercatori di Demoskopika, “i rimanenti 209 casi pari al 16,7%”. (Fonte: Cyber Affairs)

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