Ius soli e detenzione bimbi, Trump shock sui migranti. “Ridicolo dare cittadinanza a tutti quelli nati quì”

22 agosto 2019

Trump shock sui migranti. Il presidente americano vuole una nuova stretta destinata a causare non poche polemiche: le famiglie con bambini che attraversano illegalmente il confine fra Stati Uniti e Messico potranno essere detenute indefinitamente. Nell’ambito della lotta all’immigrazione clandestina, la Casa Bianca sta anche valutando “seriamente” di mettere fine allo Ius soli che e’, dice il tycoon, “francamente ridicolo”. Non e’ la prima volta che il presidente paventa l’ipotesi di mettere fine al diritto di cittadinanza per nascita. Lo aveva gia’ fatto nel 2018, quando disse che era sua intenzione abolirlo con un decreto esecutivo scatenando l’ira dei giuristi visto che lo Ius soli e’ previsto nella Costituzione. Il 14esimo emendamento, approvato dopo la Guerra di Secessione per assicurare a tutti gli afroamericani i pieni diritti, prevede infatti la cittadinanza per tutti coloro che nascono negli Stati Uniti o vengono naturalizzati.

La proposta dell’amministrazione per una detenzione illimitata punta invece ad abolire l’attuale limite di 20 giorni per i minori. Un tetto considerato dal presidente americano non solo inadeguato ma anzi un incentivo in quanto negli anni ha favorito l’aumento del numero delle famiglie di immigrati, motivate a entrare con bambini nella consapevolezza di un rilascio a breve. L’accordo Flores, cosi’ come e’ conosciuta la norma dei 20 giorni di detenzione, e’ da tempo nel mirino di Trump e dei repubblicani, che la reputano una delle falle maggiori nel sistema dell’immigrazione. “Entrare con la famiglia e’ un biglietto gratis per gli Stati Uniti. Un bambino e’ il biglietto, il passaporto”, ha spiegato il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale illustrando la nuova proposta di Trump.

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Per entrare in vigore la norma dovra’ essere approvata da un giudice federale, ma i tempi potrebbero essere molto piu’ lunghi rispetto a quelli sperati dal tycoon visto che e’ probabile un’ondata di azioni legali da parte dei gruppi che sostengono i diritti degli immigrati. L’amministrazione si augura che lo spettro di una detenzione sine die possa scoraggiare l’immigrazione e mettere fine al contrabbando di bimbi, usati dai trafficanti per garantire ai migranti l’ingresso negli Stati Uniti e far pagare loro cifre maggiori, talvolta proibitive, per il viaggio della speranza. La stretta e’ solo l’ultimo tentativo di Trump di rafforzare i controlli sui migranti autonomamente, approfittando dell’incapacita’ del Congresso di trovare una soluzione comune. Le norme vigenti prevedono che la detenzione di minori non possa superare i 20 giorni a meno che i bimbi non siano ospitati in strutture adeguate.

Al momento le due piu’ grandi in Texas destinate alle famiglie non hanno i requisiti e le licenze per ospitare bambini oltre i 20 giorni. L’amministrazione Trump prevede di aggirare questa difficolta’ creando un proprio sistema di certificazione delle strutture cosi’ da consentire la detenzione in qualsiasi centro fino a quando i vari tribunali non si saranno espressi sulle richieste di asilo, sul rilascio provvisorio o sull’eventuale espulsione dei migranti. A spingere la stretta sulla detenzione e’ la convinzione che la maggior parte delle famiglie rilasciate dopo i 20 giorni non si presentano poi nelle varie udienze in tribunale. Una tesi, quella della Casa Bianca, che non rispecchia pero’ i dati reali: sei famiglie su sette rilasciate si presentano alla corte quando convocate.

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