La Commissione di garanzia non ha soldi né personale, Fondazioni fuori controllo

La Commissione di garanzia non ha soldi né personale, Fondazioni fuori controllo
L'Aula del Senato
10 dicembre 2019

Si punta alla trasparenza ma si rischia il caos. È il caso della legge che ha equiparato le fondazioni, associazioni e comitati politici ai partiti. Parliamo della cosiddetta “Spazzacorotti”, che affida il compito di monitorare strutture e persone alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici ma come più volte dichiarato dallo stesso organismo, non ha né soldi, né personale. Sacrosante rimostranze se si pensa che dovrebbero passare sotto la lente di ingrandimento della commissione oltre 50 mila tra enti e persone (politici e non). Roba da far drizzare i capelli ai più grandi stacanovisti. Come dire, una partita persa prima di scendere in campo. Non a caso lo scenario ha suscitato “molte preoccupazioni” anche al Greco, l’organo anti corruzione del Consiglio d’Europa. Tuttavia, dopo vent’anni di discussioni e una riforma che ha abolito il finanziamento pubblico dei partiti, lo scorso anno arriva il ddl Spazzacorrotti, tanto decantato dai 5stelle. E che, com’è noto, ha acceso un aspro scontro soprattutto all’interno della maggioranza, dopo che la Fondazione Open, di Matteo Renzi, è finita tra le maglie della magistratura. Da qui, l’atteso intervento dello stesso leader di Italia Viva in programma il 12 dicembre al Senato dove inizierà un dibattito urgente voluto dallo stesso senatore di Scandicci.

Entrando nel merito della norma, invece, con l’equiparazione ai partiti, anche le fondazioni e associazioni sono tenute ai medesimi obblighi di trasparenza: le nuove norme in materia di tracciabilità e controllo infatti valgono per i partiti, movimenti politici, fondazioni e associazioni a essi collegate. Nello specifico, viene sancito l’obbligo di rendicontazione a carico di partiti e movimenti politici per elargizioni di contributi in denaro complessivamente superiori nell’anno a euro 500 per soggetto erogatore, o di prestazioni o altre forme di sostegno di valore equivalente per soggetto erogatore. L’obbligo di annotazione è esteso anche alle liste e ai candidati alla carica di sindaco che partecipano alle elezioni nei comuni con più di 15.000 abitanti. Come analizzato da Open Polis, fondazione che monitora i lavori del Parlamento, la commissione dovrebbe valutare tutte le persone che hanno avuto incarichi nel parlamento nazionale ed europeo, nel governo, nelle regioni e nei comuni con più di 15.000 abitanti. Per la precisione si tratta di 20.483 persone attualmente in carica, a cui bisogna aggiungere le 33.421 che invece hanno ricoperto tali ruoli negli ultimi 6 anni.

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In totale parliamo quindi di 53.904 persone. Eloquente quanto riporta il rapporto dell’organo anti corruzione del Consiglio d’Europa. “Greco è preoccupata dalle molte critiche che ha ricevuto sul sistema e dalla carenza di risorse denunciata dagli organi preposti al monitoraggio – si legge nel documento – Gli organismi di monitoraggio hanno inoltre evidenziato numerose sfide sulla concreta applicazione di quanto previsto dalla legge ‘Spazzacorrotti’, la sua articolazione con altre norme esistenti (13 in tutto) e una comprensione concreta delle nozioni e degli obblighi contenuti nel testo”. Considerazioni che meritano più di una riflessione se si vuole realmente dare una svolta e non fare la solita demagogia, sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti e ora anche alle fondazioni. È noto, d’altronde, che non si sono registrati consistenti passi in avanti dal 2013 – governo Letta abolisce finanziamento pubblico ai partiti – a oggi. Per non parlare dei finanziamenti indiretti ai partiti che arrivano con fondi pubblici dai bilanci di Camera e Senato per sostenere le attività istituzionali. Tradotto in soldoni, parliamo di 53 milioni elargiti quest’anno.

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