La figuraccia del Partito Democratico sulle foibe

La figuraccia del Partito Democratico sulle foibe
Deborah Serracchiani
11 febbraio 2020

La sinistra non ha limiti. Anche nel Giorno del Ricordo, in cui si commemorano gli italiani massacrati nelle foibe durante la Seconda guerra mondiale, il Partito Democratico è capace di scatenare una polemica per un comportamento irrispettoso nei confronti di istituzioni e familiari di migliaia di italiani trucidati. Ma non basta, perché a rincarare la dose, pensa il vignettista Vauro che attacca finanche il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Andiamo con ordine. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, inizia a parlare e diversi esponenti del Pd lasciano la Foiba di Basovizza (Trieste) in segno di protesta – a loro dire – nel bel mezzo della cerimonia con la quale ogni 10 febbraio l’Italia rende omaggio alle decine di migliaia di italiani uccisi principalmente in Friuli Venezia Giulia. La squadra dem è composta, tra l’altro, dalla deputata, Debora Serracchiani, dai senatori Luigi Zanda e Tatjana Rojc, dal vicepresidente del Consiglio Fvg, Francesco Russo, la segretaria di Trieste, Laura Famulari.

Tutti uniti, i dem abbandonano la cerimonia nel momento in cui prende la parola Gasparri ma non come esponente azzurro, ma in rappresentanza del Senato della Repubblica Italiana. Una cerimonia, tra l’altro, particolarmente sentita e, oltre ai tanti gonfaloni presenti e associazioni combattentistiche e d’arma, sono tante le persone comuni presenti e tanti i giovani. E quando si intona l’inno d’Italia in tanti cantano. Ma la Serracchiani sbotta: “Foiba Basovizza ormai è il palcoscenico della destra sovranista”, ricordando che “il nostro impegno è sempre maggiore affinché questo giorno sia una solennità in cui si condivide pietà e giustizia e non un’occasione per spingersi in prima fila alla ricerca delle telecamere”. Prima di Gasparri interviene Massimiliano Fedriga che è sì un esponente della Lega, ma è anche il presidente di Regione Friuli Venezia Giulia, territorio teatro degli eccidi. “Per troppo tempo è stata negata la sofferenza degli italiani di quest’area, che hanno visto morte e sofferenza – dice il governatore del Fvg -. Non devono più essere erogati fondi pubblici ad associazioni che negano il sangue e la morte di questa gente, della nostra gente”.

Gasparri, dal canto suo, non ci sta. “Il mio intervento è stato puramente istituzionale – dice il senatore-. Io ho parlato come rappresentante del Senato e ho citato anche le parole del Capo dello Stato, Mattarella. Tutti gli interventi sono stati ascoltati e apprezzati dal pubblico, con un consenso chiaro. Se poi a Debora Serracchiani non è piaciuta la manifestazione è un problema suo”. Forza Italia intanto precisa che sarebbe stata direttamente la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, a chiedere a Gasparri di presenziare alla cerimonia come rappresentante di Palazzo Madama. Il mandato sarebbe stato affidato proprio a Gasparri per il suo ruolo di presidente di giunta per le immunità.

La Casellati, in merito invece alla Giornata del Ricordo, ha sottolineato che “è proprio sulla memoria delle tragedie dello scorso secolo che si basano e trovano forza e legittimazione le nostre Istituzioni repubblicane, vero baluardo democratico rispetto al rischio che l’odio o le discriminazioni razziali possano tornare”. Ma la sinistra non molla. Altra benzina sul fuoco arriva dal comunista Vauro che in un’intervista all’Adnkronos, finisce per prendersela finanche con il presidente della Repubblica. “Mattarella finalmente ha dichiarato che le responsabilità fasciste nella Shoah sono equiparabili a quelle naziste. Ed ha smantellato il mito degli italiani ‘brava gente’ – tuona il vignettista – non capisco perché sulla Giornata del Ricordo non abbia applicato lo stesso rigido criterio, parlando di ‘angherie’ fasciste invece che di crimini di guerra”. Anche Vauro ha messo in risalto che “la giornata del Ricordo è il palcoscenico della destra sovranista”, tesi sostenuta, come detto, dai Dem. Così stanno le cose.

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