La protesta degli Ncc, a Roma da tutta Italia contro il governo

27 dicembre 2018

Arriveranno a Roma da tutta Italia con auto di servizio a seguito. Imprese e dipendenti del servizio noleggio con conducente (Ncc) protesteranno contro il governo gialloverde che con una mossa notturna ha varato un provvedimento per il quale “migliaia di imprese saranno costrette a chiudere”. Nel mirino della categoria del trasporto pubblico non di linea, il ministro Danilo Toninelli, “venduto ai tassinari”. La tensione è alta perché s’è anche scatenata una guerra tra poveri: da un fronte gli autisti taxi dall’altro quelli Ncc. Una categoria, quella del servizio noleggio con conducente, che conta 80mila imprese e 200mila addetti pronti a tutto per difendere il lavoro. Oggi, infatti, ci sarà pure una loro delegazione che porterà al Quirinale un’istanza rivolta al presidente della Repubblica affinché non firmi il decreto, ritenuto incostituzionale a detta degli Ncc.

“Agiremo anche in sede legale – ha sottolineato Giulio Aloisi, consigliere nazionale di Anitrav – nei confronti del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della parlamentare M5s, Paola Taverna, per le loro dichiarazioni a favore della categoria dei tassisti”. Agli Ncc, non resta che sperare che nella fase di conversione in legge del decreto si apra il tavolo al ministero dei Trasporti, “per correggere tutte le incongruenze contenute nelle norme, che ingessano le imprese”. Dunque, si fa sempre più acceso lo scontro tra governo e autisti Ncc. Già l’atmosfera si era surriscaldata a causa delle proteste degli ultimi giorni contro la norma inserita nel maxiemendamento alla manovra e che prevedeva, tra l’altro, il rientro degli autisti in rimessa ad ogni corsa. Norma poi stralciata per mancanza di coperture, ma che nella notte tra sabato e domenica è stata ‘rimpiazzata’ con un blitz del governo con un nuovo decreto. Secondo il testo approvato dal Consiglio dei ministri, gli Ncc potranno operare all’interno della provincia senza obbligo di tornare in sede, ma solo nel caso in cui nel “foglio servizi” siano già indicate “più prenotazioni oltre la prima”. Il decreto prevede anche una deroga di due anni per chi ha contratti con altri territori che sono stati stipulati fino a “15 giorni” prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

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Inoltre, nel provvedimento c’è una moratoria di novanta giorni per le sanzioni, oltre allo stop al rilascio di nuove autorizzazioni finché non sarà completamente operativo il nuovo “archivio informatico pubblico nazionale” in cui saranno registrate le licenze degli Ncc e dei taxi. Anche il popolo web si scaglia contro Toninelli. E così la bacheca di Facebook del titolare dei Trasporti viene presa d’assalto.
“Questo non sarà un Natale come tutti gli altri, avete 200 mila persone sulla coscienza”. “Ma hai anche la faccia tosta di andare alla messa dopo che hai messo in fallimento 80mila aziende Ncc?”, recita un altro post. “E’ evidente che ci vogliono affossare per favorire i taxi e farsi beffa del principio tutelato dalla nostra Costituzione, dei Trattati Ue della libera concorrenza e del diritto dei cittadini ad avere servizi efficaci ed efficienti”. Altro post. “Il ministro Toninelli ha deciso di saldare un debito elettorale coi tassisti ma il conto lo pagheranno i cittadini e migliaia di imprese che saranno costrette a chiudere”. Oggi sono in programma anche una serie di proteste in varie regioni d’Italia, oltre che a Roma, come detto, dove alle 14 è prevista la manifestazione nazionale a piazza della Repubblica. Ad aderire alla protesta, tra gli altri, Anitrav, Fita Cna Ncc, Fai Tp e Federnoleggio.

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