La terra continua a tremare senza sosta. Il sindaco: “Così è da morire, non ce la facciamo più”

La terra continua a tremare senza sosta. Il sindaco: “Così è da morire, non ce la facciamo più”
29 ottobre 2016

Decine di scosse, una dopo l’altra, poi un 4.2 con epicentro tra Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera che è stato avvertito nettamente in tutte le Marche: è un incubo senza fine per la gente di queste terre che dal 24 agosto continua a vivere nella paura. Quando sembrava che lo sciame si stesse riducendo, è arrivata la nuova, forte, scossa: una botta secca, attorno alle 18.30, durata una decina di secondi. Le verifiche sono ancora in corso, ma non ci sarebbero stati nuovi crolli importanti né persone sono rimaste coinvolte. Tuttavia negli occhi della gente è tornata la tensione. “Così è da morire – conferma il sindaco di Castelsantangelo Mauro Falcucci – non ce la facciamo più. E’ un continuo, un continuo”. “La situazione ogni ora che passa è sempre più grave. Una parte della provincia di Macerata che il sisma del 24 agosto aveva già provato, ora è in ginocchio, più di ogni altra volta” dice l’assessore alle Protezione Civile delle Regione Angelo Sciapichetti sottolineando che, ora più di prima, la priorità e “la cosa più delicata è convincere la popolazione a lasciare immediatamente il territorio”. E non è solo un problema di freddo, che è già arrivato, e di casette, che arriveranno non prima di 7 mesi: se le scosse continuano con questa frequenza, infatti, c’è un serio rischio di un logoramento psicologico in ampi settori della popolazione. Non è un caso che si stia accelerando al massimo il trasferimento sulla costa, mentre il premier Matteo Renzi ha ribadito l’invito alle forze politiche.

“Non permetteremo che questo terremoto sia una vergognosa occasione di scandalo come fu l’Irpinia o l’Aquila. Vogliamo – ha insistito – che ci sia una forte presenza solidale di tutto il popolo italiano e di tutte le forze politiche. E poi fare finalmente prevenzione perché stiamo finendo le lacrime a furia di questi disastri”. Negli hotel e nei residence di Civitanova Marche, Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio ci sono già oltre mille persone provenienti da quasi tutti i paesi dell’epicentro del 26 ottobre e il sindaco di Camerino ha già fatto sapere che entro breve dovranno chiudere i tre Centri di accoglienza nella cittadina, due palestre e un hangar dove sono ospitate quasi 1.300 persone. “Ieri sera abbiamo incontrato i cittadini comunicando loro le indicazioni che ci arrivano dalla Protezione civile nazionale e regionale – ha detto Gianluca Pagni -. I centri non resteranno aperti ancora per molti giorni perché è doveroso passare a una fase successiva rispetto a quella della prima emergenza. In questa seconda fase si prospettano due opportunità: il trasferimento presso gli alberghi della costa oppure la richiesta del contributo per l’autonoma sistemazione”. Anche oggi intanto sono proseguiti gli interventi dei vigili del fuoco per accompagnare i cittadini a recuperare i beni nelle abitazioni lesionate, per la messa in sicurezza del patrimonio artistico e degli edifici pericolanti. Un lavoro senza sosta che va avanti dal 24 agosto e che si aggiunge all’immane sforzo fatto dai pompieri per salvare centinaia di vite dalle macerie di Amatrice, Arquata, Pescara del Tronto e Accumuli.

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E’ anche questo il motivo che ha spinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a conferire la medaglia d’oro alla bandiera dei Vigili del Fuoco. La cerimonia, ha spiegato il sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci, si terrà il 1 dicembre a Roma. “Sono qui per ringraziarvi – ha detto il sottosegretario incontrando i vigili di Ascoli – Siete stati impegnati in un’emergenza forte e il vostro contributo è stato determinante per salvare tante vite umane. La medaglia d’oro è un riconoscimento che si deve anche a voi per l’opera che dal 24 agosto state portando avanti”. Con il terremoto del 26 ottobre che ha colpito il maceratese, il suolo si è abbassato fino a 18 centimetri nell’area intorno a Ussita: lo dicono i rilevamenti satellitari analizzati dai ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Le deformazioni sono rilevate a circa 8 chilometri più a Nord, rispetto alle deformazioni provocate dal terremoto di Amatrice del 24 agosto, lungo una zona che si estende per circa 20 chilometri in direzione Nord. I ricercatori stanno anche studiando tutti i dati raccolti per individuare la faglia sorgente del terremoto: “I primi risultati sembrano indicare che la faglia attivata il 26 ottobre faccia parte della stessa struttura geologica che ha causato il terremoto di Amatrice”. Il piano di faglia, che si colloca tra 10 e 3 chilometri di profondità, dopo il sisma del 26 ottobre si è inclinato verso ovest di circa 50 gradi.

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