Le trivelle approdano alla Consulta. Opposizione all’attacco e maggioranza in fibrillazione

Le trivelle approdano alla Consulta. Opposizione all’attacco e maggioranza in fibrillazione
14 novembre 2014

di Maurizio Balistreri

L’opposizione si scaglia contro il governatore Rosario Crocetta reo, secondo le forze politiche, di aver dato via libera all’attività di raffinazione petrolifera in Sicilia. I grillini sono sul piede di guerra, avendo il governatore tirato dritto per la sua strada in barba all’approvazione all’Ars delle mozioni stoppa-trivelle, a firma degli stessi deputati M5S. “Crocetta – afferma il pentastellato Giancarlo Cancelleri – è come un imperatore che pretende di fare quello che vuole, a dispetto del parlamento siciliano e dalla volontà popolare che questo rappresenta. E’ uno scandalo, non possiamo permetterlo. Ardizzone faccia qualcosa, intervenga a tutela di questa istituzione”.

A rincarare la dose, il suo compagno di partito, Giampiero Trizzino. “La verità – afferma – è che con l’azione del M5S si è scoperchiato il vaso di Pandora. Con una manovra siglata quasi in solitaria, il presidente della Regione ha regalato ai petrolieri il mare siciliano senza neanche chiedere il permesso al Parlamento, che, suo malgrado, pochi giorni dopo lo ha smentito con due mozioni votate anche dalla sua maggioranza”. I grillini avvertono il governatore, annunciando che “la settimana prossima si troverà sul tavolo anche una richiesta di ricorso alla Corte costituzionale contro il famigerato articolo 38 dello Sbocca Italia, che riguarda proprio le trivellazioni. La richiesta nasce dal tavolo condotto in Commissione ambiente e sostenuto anche dal suo partito, il PD”.

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Insomma, le trivelle rischiano di spezzare l’appena ritrovato equilibrio nella maggioranza. I primi segnali arrivano del segretario del Pd Sicilia, Fausto Raciti: “Tra i problemi che il Governo regionale siciliano dovrà affrontare al più presto c’è l’esigenza di un nuovo piano dei rifiuti che consenta di evitare il rischio di una crisi che potrebbe essere drammatica, fino alla programmazione europea, ma soprattutto la Finanziaria che verrà, che si annuncia molto difficile”. Come dire, o si viaggia in armonia o per Crocetta la strada sarà in salita.

Intanto, per lo stop alle trivelle scende in campo il leader dell’opposizione, Nello Musumeci. “Crocetta impugni immediatamente per incostituzionalità il decreto Sblocca-Italia – chiosa – e agisca affinché l’Eni si impegni a porre fine ad ogni ormai fallimentare attività di raffinazione, che ha prodotto migliaia di morti, patologie e devastazione ambientale”. Poi l’affondo. “Come mai il Governo Crocetta, sempre più asservito ai poteri industriali e già minoritario in Aula, non abbia ancora impugnato per incostituzionalità gli articoli dello Sblocca Italia che riguardano la liberalizzazione delle ricerche petrolifere marine e terrestri così come sarebbe suo preciso dovere, per evidente una violazione dello Statuto sulle competenze esclusive della Regione in materia di tutela del patrimonio culturale e ambientale”. In sostanza, per Musumeci, “il governo getta la maschera sulla vera natura dell’accordo con Eni verso cui evidentemente si era impegnato ad autorizzare le trivelle per ottenere la rigenerazione verde della raffineria di Gela, e dimostra che Crocetta e il Pd sono totalmente succubi dei petrolieri”.

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