Riforma legge elettorale, Giachetti: “Quota 5% non ci fa paura”

Riforma legge elettorale, Giachetti: “Quota 5% non ci fa paura”
Roberto Giachetti
7 gennaio 2020

È convinto che si va verso un sistema proporzionale con uno sbarramento al cinque per cento, il navigato Roberto Giachetti. Come è altrettanto convinto, il deputato di Italia Viva, che una bozza della maggioranza sulla nuova legge elettorale sarà presentata a metà gennaio. “Mi auguro un confronto serio con le opposizioni”, è l’auspicio del renziano di ferro, perché se si vuole far passare una nuova legge elettorale, “serve la garanzia di una maggioranza ampia per evitare ‘incidenti’ parlamentari”. Come dire, serve uno scudo in difesa dei franchi tiratori. Un fatto è certo, Giachetti ha sempre espresso perplessità su un governo con il M5s, non a caso lo scorso settembre ha lasciato il Pd. Ma poi è tornato ad appoggiare il Conte 2 con Italia Viva. In ogni caso, è più che consapevole che nei 5stelle “è in atto un’implosione e i riverberi di ciò si vedranno molto di più alle Regionali, come l’abbiamo visto già in Umbria, e ora in Emilia e in Calabria e non sulla tenuta del governo”.

Dunque, si va verso un proporzionale con soglia nazionale al 5 per cento. È un rischio, per Italia Viva?

“No. Siamo partiti con un obiettivo nel tempo superiore al 5 per cento. Tutti i sondaggi, a oggi, ci danno al 5-5,5 per cento. Inoltre, va tenuto in considerazione il lavoro in una campagna elettorale per cui ci riteniamo abbastanza bravi. In altri termini, partiamo da un dato che non ci dà alcun tipo di preoccupazione. Ma il vero problema non siamo noi. Basta ricordare che la legge elettorale deve passare dalle forche caudine del voto segreto alla Camera, quindi, se non si fa un accordo blindato con tutti, il rischio che salti tutto c’è. Cosa già successa quando il MoVimento Cinque Stelle con il voto segreto ha affossato il ‘tedeschellum’”.

In sostanza, a metà gennaio il sistema tedesco potrebbe essere depositato alla Camera.

“A oggi, le due direttrici dell’impianto sono un proporzionale e una soglia di sbarramento che dovrebbe essere al 5 per cento. Poi c’è il tema, in pratica, se si va verso un ‘provincellum’ o un proporzionale puro. Ma questo si vedrà nel tempo con il dibattito parlamentare. Voglio comunque precisare che il proporzionale con soglia di sbarramento è il frutto di una demenziale riforma del taglio dei parlamentari. Tutti sanno, anche se nessuno lo ammette, che al momento in cui si sarebbe arrivato al taglio dei parlamentari, inevitabilmente l’unica legge elettorale da prendere in considerazione è il proporzionale. E nonostante ciò, ci sono problemi molto seri di rappresentanza in alcune Regioni”.

Poi c’è la spinosa questione delle preferenze.

“Io sono stato sempre convinto che le preferenze aumentano i rischi di corruzione. Tuttavia, penso che si arriverà a una bozza che preveda proprio le preferenze. Fra l’altro, i 5stelle le vogliono…”.

Non si corre il rischio di fare un pastrocchio peggio del Rosatellum?

“Detto a me, lei sfonda una porta aperta. Sono stato sempre contrario alle preferenze, e favorevole al maggioritario e ai collegi uninominali. Perché un sistema proporzionale con preferenze snatura il senso della competizione elettorale, in quanto le preferenze fanno scattare una competizione interna ai partiti e non tra i partiti”.

Altra questione che preoccupa la maggioranza è la decisione che prenderà la Corte Costituzionale il 15 gennaio, sull’ammissibilità del referendum della Lega che introduce un maggioritario puro.

“A noi non preoccupa il referendum sul maggioritario. Tuttavia, se la Corte costituzionale dovesse decidere come ha fatto in passato in materia elettorale, tenuto conto della cosiddetta autoapplicabilità, a mio parere, dubito che possa dichiarare ammissibile il referendum. Di certo, si porrà il problema delle conseguenze dell’ammisibilità del referendum, perché abrogando i due terzi di proporzionale dell’attuale legge elettorale, come si fanno i collegi?”.

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