Leone XIV, primo mese di pontificato: il Papa della pace disarmata

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Papa Leone XIV

L’8 maggio 2025 ha segnato un momento storico per la Chiesa cattolica: per la prima volta nella storia bimillenaria del Papato, un agostiniano americano è salito al soglio pontificio. Robert Francis Prevost, divenuto Leone XIV, porta con sé un bagaglio di esperienze che sembrano delineare già con chiarezza il profilo del suo pontificato.

Il primo mese di governo di questo Papa statunitense, forgiato da vent’anni di missione in Perù, rivela una personalità che unisce pragmatismo e spiritualità in un equilibrio tanto inedito quanto necessario per i tempi che corrono. Non è un caso che Leone XIV abbia scelto di pranzare più volte con i confratelli agostiniani a due passi da San Pietro, mantenendo quel legame con le radici che spesso si smarrisce nei palazzi del potere.

La sua agenda diplomatica parla chiaro: dall’incontro con Zelensky alla telefonata a Putin, passando per l’appello ai media mondiali. Leone XIV ha fatto della pace non solo il tema centrale del suo magistero, ma il metodo stesso del suo approccio al mondo. Quando esorta a “disarmare le parole per disarmare la Terra”, non sta semplicemente lanciando uno slogan, ma proponendo una rivoluzione culturale che parte dalla comunicazione per arrivare alle coscienze.

La sua visione di una Chiesa “con le braccia aperte a tutti” si coniuga con posizioni dottrinali che non lasciano spazio a fraintendimenti. La riaffermazione del matrimonio come “canone del vero amore tra l’uomo e la donna” e il richiamo all’Humanae Vitae di Paolo VI dimostrano come Leone XIV intenda navigare tra apertura pastorale e fedeltà alla tradizione, senza cedere a facili compromessi.

Ma è forse nella sua dimensione più umana che questo Papa rivela la sua modernità. Un pontefice che riceve Jannik Sinner, il Napoli campione d’Italia e i ciclisti del Giro non sta semplicemente facendo pubbliche relazioni. Sta riconoscendo nello sport quella dimensione di totalità umana che troppo spesso viene dimenticata nei discorsi ecclesiastici. Corpo, mente, cuore e spirito: una sintesi antropologica che suona come un programma di governo.

Il pontificato di Leone XIV si annuncia quindi sotto il segno di una “pace disarmata e disarmante” che non è utopia, ma strategia. Un approccio che dalla Cappella Sistina al santuario di Genazzano, dai salotti diplomatici alle palestre frequentate da cardinale, testimonia di un Papa che ha compreso come la credibilità della Chiesa passi oggi attraverso la capacità di parlare all’uomo nella sua interezza.

Dopo un mese, le coordinate sono tracciate. Il resto appartiene alla storia che Leone XIV e la sua Chiesa dovranno scrivere insieme, un giorno alla volta, con quella semplicità che spesso si rivela la più complessa delle virtù.