LETTERA AI DIPENDENTI: “Chiudiamo lo stabilimento, la struttura è troppo vecchia” | Il colosso francese manda 480 lavoratori a casa
Fabbrica (Pexels) Ilfogliettone
Brutte notizie per un nutrito gruppo di lavoratori che dopo tanti anni vedranno chiudere la fabbrica definita troppo vecchia.
Una diffusa crisi economica sta attraversando sia l’Italia che il panorama globale, manifestandosi con segnali preoccupanti e ripercussioni concrete sul tessuto produttivo. In Italia, i dati recenti indicano un aumento significativo delle chiusure aziendali, con previsioni che stimano un incremento dei fallimenti e delle liquidazioni.
Le cause di questa congiuntura negativa sono molteplici e interconnesse. A livello globale, la guerra in Ucraina ha continuato a influenzare i prezzi dell’energia e delle materie prime. A ciò si aggiungono le decisioni delle banche centrali di aumentare i tassi di interesse per contenere l’inflazione, rendendo più oneroso l’accesso al credito per imprese e consumatori.
Alcuni settori, sia in Italia che a livello internazionale, stanno affrontando difficoltà particolarmente acute. L’industria manifatturiera, ad esempio, ha registrato un calo significativo della produzione, con comparti come quello dei mezzi di trasporto e del tessile che mostrano contrazioni importanti.
La crisi non risparmia nemmeno il settore tecnologico, che ha visto ondate di licenziamenti dovute a incertezza economica e all’adozione crescente dell’intelligenza artificiale, che rimodella le strutture aziendali. Costruzioni e servizi, anch’essi, registrano vulnerabilità. Sebbene ci siano segnali di un possibile miglioramento dei consumi, il percorso verso una piena ripresa economica rimane ancora incerto e complesso.
Il fenomeno della delocalizzazione
La delocalizzazione aziendale è il fenomeno per cui un’impresa decide di spostare una parte o la totalità delle proprie attività produttive o di servizio da un paese all’altro. Questa mossa strategica, spesso guidata da valutazioni economiche, implica il trasferimento di impianti, manodopera o processi, con l’obiettivo di ottimizzare i costi e migliorare la competitività sul mercato globale.
Questo fenomeno è diventato sempre più diffuso per diversi motivi. Il principale è la ricerca di costi di produzione inferiori, soprattutto per quanto riguarda la manodopera, ma anche per i costi energetici o delle materie prime, spesso più vantaggiosi in paesi emergenti. Altre ragioni includono la possibilità di accedere più facilmente a nuovi mercati di consumo, la vicinanza a risorse specifiche o a catene di fornitura più efficienti.
Addio alla storica fabbrica
Michelin ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Querétaro, in Messico, entro la fine dell’anno, coinvolgendo 480 dipendenti. La decisione è stata presa a seguito dei cambiamenti nel mercato degli pneumatici per auto e veicoli leggeri, dove la tendenza prevalente si è spostata verso cerchi e gomme di grandi dimensioni. Lo stabilimento di Querétaro, incapace di adeguarsi a questa evoluzione, è ormai ritenuto obsoleto.
Nonostante la cessazione delle attività produttive, Michelin intende mantenere una presenza societaria a Querétaro, garantendo supporto alla comunità locale. La produzione verrà concentrata presso l’impianto più moderno di León, inaugurato nel 2016, che continuerà a operare con tecnologie all’avanguardia.