L’Europa sfida Trump: “Accordo sui dazi entro il 9 luglio o scatta la rappresaglia”
Von der Leyen punta su un’intesa di principio con Washington mentre prepara la lista nera per i contro-dazi. In ballo 1.500 miliardi di euro di scambi commerciali
Il countdown è iniziato. Sei giorni, poi sarà resa dei conti. L’Europa accelera i negoziati con gli Stati Uniti per trovare un accordo sui dazi entro il 9 luglio, la scadenza fissata da Donald Trump con la sua “pausa” di 90 giorni. Una corsa contro il tempo che ha per posta in gioco il più grande volume commerciale mondiale: 1.500 miliardi di euro di scambi tra le due sponde dell’Atlantico.
La strategia europea si basa su un pragmatismo forzato. Con cifre di questa portata, spiegano da Bruxelles, un accordo dettagliato in soli 90 giorni è “impossibile”. L’Europa punta quindi a un “accordo di principio”, la stessa formula utilizzata dal Regno Unito. “Per quanto ne so – ha precisato von der Leyen – ci sono solo due paesi finora al mondo che hanno concluso con un accordo di principio”.
Il negoziatore europeo vola a Washington
Mentre l’Europa parla, i suoi emissari agiscono. Il commissario per il Commercio Maros Sefcovic è volato a Washington proprio in questi giorni per tessere la tela diplomatica. “I negoziati con gli Stati Uniti sono in corso proprio in questo momento” ha confermato von der Leyen, sottolineando che “siamo pronti per un accordo. Vogliamo una soluzione negoziata”.
Ma l’Europa non si fa trovare impreparata. Dietro la diplomazia si muove una macchina da guerra commerciale ben oliata. Bruxelles ha infatti preparato una “lista di riequilibrio” – un elenco di prodotti americani da sottoporre a eventuali contro-dazi in caso di mancato accordo. “Difenderemo gli interessi europei, se necessario” ha avvertito la presidente della Commissione con un messaggio diretto a Trump: “Tutti gli strumenti sono sul tavolo”.
L’alternativa: un “mini-WTO” europeo
Mentre negozia con Washington, l’Europa costruisce alternative. Von der Leyen ha rilanciato l’idea di creare una sorta di “mini-WTO” alternativo, puntando su un partenariato commerciale con i paesi del CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership), che include nazioni asiatiche e americane.
La posta in gioco
I numeri parlano chiaro: 1.500 miliardi di euro di scambi commerciali annui tra UE e USA rappresentano la più grande relazione commerciale mondiale. Un volume che rende “molto complesso” qualsiasi negoziato, come ha ammesso la stessa von der Leyen.
L’Europa si trova così a un bivio: da una parte la necessità di mantenere rapporti costruttivi con l’alleato americano, dall’altra l’imperativo di difendere i propri interessi economici. Una partita che si giocherà tutta nei prossimi sei giorni, con l’Europa che si prepara a ogni eventualità. Il messaggio di Bruxelles è chiaro: l’accordo è preferibile, ma l’Europa non accetterà compromessi al ribasso. Trump è avvisato.