Da Liedholm e Conte, il sesso visto dagli allenatori

Da Liedholm e Conte, il sesso visto dagli allenatori
Nils Liedholm
23 novembre 2019

Allenatori, calciatori e sesso. Un dilemma mai risolto che si può analizzare dal ‘Kamasutra’ secondo Antonio Conte, alle tabelle di Nils Liedholm, al ‘chiudete’ i rubinetti di Giovanni Trapattoni. La gestione della vita sessuale è da sempre un impegno non indifferente per un atleta, non solo un calciatore e ogni tecnico ha il suo modo o il suo metodo per gestire la questione. Tabelle personalizzate, dettami imposti dalla società, tutto concorre a far sì che l’argomento sia sempre ”molto caldo”. Nils Liedholm quando indossava ancora le scarpette chiodate e regalava indimenticabili prestazioni in campo, riusciva a coniugare alla perfezione Venere e impegno sportivo adottando una tabella ”di marcia” molto rigorosa che vale la pena conoscere e che ha riutilizzato quando era in panchina. In pratica il ”calendario” era così strutturato: fare l’amore oggi, poi dopo sette giorni, poi dopo 14 e infine dopo 21…

Poi si rifà il percorso inverso: dopo 21 giorni, dopo 14 e infine dopo 7. Mentre il Kamasutra secondo Antonio Conte, come spiegato dall’allenatore dell’Inter in una intervista a ”L’Equipe” è senza trucco e senza inganno: ”Sì al sesso pre-partita possibilmente con la moglie e facendo meno sforzo possibile. Bisogna star sotto la partner”, ha detto l’allenatore. Una teoria che contrasta con il maestro Trapattoni, ex tecnico di Juve e Inter, che ha sempre avuto una idea molto rigida riguardo all’attività sessuale dei suoi calciatori. Memorabile una battuta di Beppe Bergomi che ricorda le raccomandazioni del tecnico ai tempi dell’Inter. Quando arrivava il giovedì e dunque si avvicinava il giorno della partita il Trap dettava le condizioni a modo suo: “Chiudete i rubinetti… è giovedì”.

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Gestione completamente diversa da latri grandi allenatori del passato. All’alba dei tempi, il rapporto con il sesso nell’Italia di Vittorio Pozzo, due volte consecutivamente campione del mondo, nel 1934 e nel 1938, era di tutt’altro tipo. Gli azzurri, che giocavano in rigorosissima maglia nera, era l’epoca fascista, erano soggetti a regole severissime anche tra le coperte. Niente sesso, niente donne. Il rischio era troppo alto, un dispendio extra di energie sarebbe potuto essere fatale. Giuseppe Meazza non era molto d’accordo e infatti, durante i ritiri, lo staff era costretto a pedinarlo. Dello stesso parere era Helenio Herrera, che all’Inter faceva la ronda tra le camere nei ritiri. Tornando a tempi più recenti, diversa era la gestione del ct dell’Italia campione del Mondo, Marcello Lippi, che non voleva far vivere il sesso come un tabù o come un problema ai suoi giocatori.

“Il sesso non ha assolutamente nulla a che vedere con la prestazione e non toglie nulla. Un conto è farlo con la propria compagna, un altro è farlo dopo aver passato una nottata in discoteca e aver bevuto. Lì, se il giorno dopo non sei in forma, non è certo colpa del sesso”. Anche Arrigo Sacchi, tecnico del grande Milan, ha chiesto dei sacrifici ai suoi giocatori. E’ stato lo stesso guru di Fusignano a ricordare che la richiesta arrivò direttamente da Berlusconi. ”Chiese un mese di astinenza sessuale. Io guardai immediatamente Ruud Gullit. Presidente penso voglia dire qualcosa…”, leggenda narra che l’olandese rispose che non sarebbe riuscito a correre. Mentre lo spagnolo Pep Guardiola, ex Barcellona e oggi allenatore del Manchester City ha una visione leggermente più aperta. Il manager ha anche spiegato come sia ”impossibile coniugare la vita da calciatore senza una vita di coppia”. Senza scendere in spiegazioni, il tecnico spagnolo si limita a essere contento che i suoi calciatori pratichino sesso. Anzi, ”più ne fanno più sono felici…”.

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