Lo chiamano il borgo della Pace: una cittadina sul cucuzzolo della Montagna che fa invidia a tutta la Sicilia | Ci si va per fare un tuffo nella storia (e per rinfrescarsi)

Caltabellotta - (wikipedia) - IlFogliettone.it

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La rocca delle querce tra storia e paesaggio, un luogo che si è arricchito con le dominazioni degli Arabi e dei Normanni.

Nel cuore delle montagne agrigentine, un borgo si erge maestoso su un’altura dolomitica a 850 metri sul livello del mare. La sua posizione, naturalmente fortificata, domina un territorio vastissimo che si estende dalle coste del trapanese fino all’Etna, abbracciando con lo sguardo la linea del Mediterraneo. Questo borgo, tra i più suggestivi della Sicilia, custodisce un patrimonio paesaggistico e culturale di grande rilievo, dove natura e storia si fondono in un racconto senza tempo.

Le origini risalgono a tempi remoti, quando i Greci, nel VI secolo a.C., fondarono l’insediamento di Triocala. Il nome richiamava le tre ricchezze del luogo: le abbondanti acque sorgive, la fertilità del terreno coltivato a ulivi e vigne, e la forza della rocca che garantiva protezione. Queste caratteristiche, celebrate già da Diodoro Siculo, definivano un luogo prezioso, simbolo di armonia tra uomo e natura, destinato a diventare crocevia di popoli e dominazioni.

Durante il periodo romano, il borgo fu teatro della guerra Servile, quando gli schiavi ribelli trovarono rifugio tra le sue mura resistendo per tre anni agli assedi dell’esercito. Ma la città non fu solo luogo di resistenza: tra il II e III secolo fu tra le prime sedi vescovili dell’Isola, con san Pellegrino come primo vescovo. La vocazione religiosa si consolidò nei secoli, diventando uno degli elementi identitari più forti del borgo, ancora oggi punteggiato da chiese e conventi.

Nel 849 gli Arabi conquistarono la città, chiamandola Qal’at al Ballut, ovvero “rocca delle querce”. Questa dominazione lasciò tracce evidenti nell’urbanistica e nella toponomastica. Tuttavia, la rocca fu riconquistata dai Normanni intorno all’anno 1000, che vi edificarono un castello sulla sommità della montagna, oggi noto come Castelvecchio. Le rovine ancora visibili, raggiungibili attraverso una scala scavata nella roccia, offrono un punto di osservazione straordinario sull’intero entroterra siciliano.

La pace di Caltabellotta e l’identità politica

Il borgo si chiama Caltabellotta, è qui si è consumato uno degli episodi più rilevanti della storia siciliana. Il 31 agosto 1302 Carlo di Valois e Federico II d’Aragona firmarono a Caltabellotta il trattato che pose fine alla guerra dei Vespri Siciliani. Questo evento, passato alla storia come la “pace di Caltabellotta”, sancì una tregua tra le potenze angioine e aragonesi, e segnò la definitiva affermazione della città come luogo strategico di mediazione e diplomazia.

Fino alla fine del XV secolo, Caltabellotta ospitò una delle comunità ebraiche più importanti della Sicilia. Da qui proveniva Guglielmo Raimondo Moncada, ebreo convertito, maestro di Pico della Mirandola e figura centrale dell’Umanesimo italiano. Moncada fu uno dei più grandi esperti di cabala, simbolo di quel fervore culturale che ha attraversato la città nei secoli, rendendola un ponte tra Oriente e Occidente, tra religione e filosofia.

Caltabellotta - (paesionline) - IlFogliettone.it
Caltabellotta – (paesionline) – IlFogliettone.it

Dal feudo ai conti, una lunga dinastia

Elevata a contea nel 1336, Caltabellotta fu dominio di importanti famiglie nobiliari. I Peralta prima, poi i conti Luna, i Moncada e infine i Toledo nel XVIII secolo. Queste casate plasmarono la città, arricchendola di palazzi, edifici religiosi, strutture difensive e contribuendo alla stratificazione architettonica che ancora oggi caratterizza il centro storico.

Oggi, Caltabellotta conserva intatto il suo fascino. Il visitatore che attraversa Terravecchia, risale il piano della Matrice e raggiunge la Chiesa Madre, si immerge in uno scenario rupestre incantato. Il panorama che si apre dalla cima del monte Castello, tra i ruderi del castello normanno, è uno dei più spettacolari dell’intera Sicilia. Un luogo che racconta secoli di storia, ma soprattutto la capacità dell’uomo di vivere in sintonia con una natura generosa e maestosa.