Lollobrigida, una stella sul Walk of Fame e poi un’autobiografia

26 luglio 2017

Ha appena compiuto 90 anni ma ha una grande vitalità, una voce ferma e molti progetti: Gina Lollobrigida sarà l’ospite d’eccezione del Nations Awards, il premio cinematografico delle nazioni ideato dall’amico Gian Luigi Rondi, il 28 luglio al Teatro Antico di Taormina, e il prossimo febbraio scoprirà la sua stella sul Walk of Fame, a Hollywood. Intanto non smette mai di lavorare, si dedica alla sua grande passione, la scultura, progetta mostre importanti in America e a Milano, e del cinema conserva i ricordi. “La mia sensibilità evidentemente andava bene con questo tipo di arte, mi sono espressa nel cinema con tutta me stessa. Il cinema che ho fatto io era il cinema dei sentimenti, che afferrava l’ammirazione del pubblico. Quello di oggi è un po’ più impersonale, un po’ diverso. Ci sono delle cose del futuro, vere, non vere, certamente con immaginazione, ma che a me interessano di meno”. L’America l’ha sempre amata, da quando, nel ’53, interpretò “Il tesoro dell’Africa” di John Huston. Ha recitato per registi come John Sturges e King Vidor, accanto a star come Humphrey Bogart, Burt Lancaster, Tony Curtis, Anthony Quinn, Rock Hudson, Sean Connery, e ha vinto un Golden Globe per il film “Torna a settembre”. “Hollywood mi ha insegnato molte cose, perché lavorando con registi americani, inglesi, di altre nazionalità, anche se il cinema cambiava, per forza, è stato un mondo molto interessante. Ho conosciuto tante persone interessanti e ho conosciuto anche tante persone semplici, di persone sperdute nel mondo, che mi hanno aiutato a capire la vita”. Per raccontare in prima persona quel mondo ora si appresta a scrivere un’autobiografia. “Avrei voluto evitarlo, ma piuttosto che avere, perché purtroppo queste sono le leggi, che tutti possono fare una biografia di qualcuno. Non ci rimane niente a noi. Chiunque può fare una mia biografia, allora sono obbligata, come mi diceva anche la Ingrid Bergman ‘anche a me non va di scrivere una biografia’, ma piuttosto che avere biografie false, è meglio che scriva io una biografia, almeno quella sarà quella vera”.

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