L’Oms adotta il primo accordo pandemico globale: sì da 124 Paesi, Italia si astiene

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L’Assemblea Mondiale della Sanità, organo legislativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha approvato formalmente il primo Accordo Pandemico Globale, segnando una svolta storica nella governance sanitaria internazionale. L’intesa, frutto di tre anni di negoziati intensi avviati dopo le gravi lacune evidenziate dalla pandemia di COVID-19, mira a rafforzare la preparazione collettiva e la risposta coordinata a future emergenze sanitarie globali.

Nel voto in commissione che ha preceduto l’adozione formale, 124 Paesi hanno espresso voto favorevole, nessuno contrario, mentre 11 si sono astenuti – tra cui l’Italia, che ha motivato la propria posizione riaffermando il principio della sovranità nazionale nelle decisioni in materia di salute pubblica. “Il mondo è oggi più sicuro grazie alla leadership, alla collaborazione e all’impegno dei nostri Stati membri nell’adottare questo accordo storico – ha dichiarato il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus -. È una vittoria per la salute pubblica, per la scienza e per l’azione multilaterale”.

I contenuti dell’accordo

L’accordo definisce una cornice di principi, strumenti e meccanismi condivisi per rafforzare la cooperazione internazionale in caso di future pandemie. Tra le priorità: l’accesso equo, rapido e universale a vaccini, terapie e strumenti diagnostici, con particolare attenzione ai Paesi più vulnerabili.

Punto chiave del testo è il rispetto della sovranità nazionale: l’OMS non avrà potere di imporre misure obbligatorie come lockdown, obblighi vaccinali o restrizioni ai viaggi. Questo principio è stato ribadito esplicitamente per garantire il consenso dei membri e superare le resistenze emerse in fase di negoziazione.

Nuovi strumenti globali e prossimi sviluppi

L’accordo prevede anche l’istituzione di:

  • Un meccanismo finanziario di coordinamento, per facilitare l’allocazione di risorse in tempi rapidi;
  • Una rete globale per la logistica e la catena di fornitura, per evitare squilibri nell’accesso ai prodotti sanitari;
  • Un futuro sistema PABS (Pathogen and Benefit-Sharing System), destinato a regolare la condivisione di agenti patogeni e dei benefici derivanti dalla loro analisi, che sarà oggetto di nuovi negoziati nella prossima Assemblea.

Secondo le bozze attuali del PABS, almeno il 20% della produzione globale di strumenti sanitari (tra cui vaccini e test) dovrà essere destinato prioritariamente ai Paesi a rischio o con risorse limitate.

Una nuova fase della cooperazione sanitaria globale

Per l’OMS si tratta del secondo accordo vincolante adottato ai sensi dell’articolo 19 della sua Costituzione, dopo la Convenzione quadro per il controllo del tabacco del 2003. L’accordo pandemico entrerà ufficialmente in vigore una volta ratificato da almeno 60 Paesi.

“Questo è un momento cruciale per la salute globale. Abbiamo l’opportunità unica di fare tesoro delle lezioni della pandemia e non ripetere gli errori del passato”, ha commentato il presidente dell’Assemblea, Teodoro Herbosa, Segretario alla Salute delle Filippine.

Con questa intesa, la comunità internazionale tenta di trasformare l’esperienza traumatica del COVID-19 in un patto di solidarietà e resilienza per il futuro.