M5s presenta la terza mozione di sfiducia a Crocetta. E Musumeci rilancia: “Andiamo dal notaio”

M5s presenta la terza mozione di sfiducia a Crocetta. E Musumeci rilancia: “Andiamo dal notaio”
24 novembre 2015

di Maurizio Balistreri

Il Movimento cinque stelle ritorna alla carica sulla mozione di sfiducia al governo Crocetta. E così, per la terza volta, presenta all’Ars il relativo atto parlamentare. Una iniziativa che si inserisce nel solco delle varie azioni in corso sul fronte dell’opposizione, compresa quella delle dimissioni in massa. Nello scenario entra a gamba tese Nello Musumeci: “Non mi e’ ancora chiaro quante delle 18 firme necessarie per presentare la mozione abbiano i 14 colleghi del M5S. Io sono pronto a firmarla e votarla. Ma, se non dovesse passare, loro sono pronti a consegnare con chi ci sta le dimissioni a un notaio? Facciamolo insieme”. La sfida viene subito raccolta dai grillini. “Non ci tiriamo indietro di fronte alle dimissioni, occorre trovare le firme e procedere, ma sono atti che lasciano il tempo che trovano”, afferma il capogruppo del M5S Giorgio Ciaccio. In ogni caso, “per noi va bene qualunque gesto, qualunque azione che sia concreta per raggiungere l’obiettivo comune di far chiudere la legislatura prima possibile”. Ciaccio annuncia anche “la mozione sara’ firmata anche da FI e da Lista Musumeci”.

I pentastellati incalzano. “Faccio appello a Renzi, affinche’ venga a riprendersi questi due bambolotti che stanno litigando nel cortile di casa”, dice il deputato regionale del M5s Giancarlo Cancelleri riferendosi alle continue liti a distanza tra il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta e il sottosegretario Davide Faraone. “Renzi si ponga il problema, cerchi di dare un volto serio a questa maggioranza che governa, altrimenti se li riporti a casa i suoi bambolotti e dia la possibilita’ ai siciliani di scegliere un governo autorevole. Noi vorremmo entrare nel merito delle proposte, ma qui non c’e’ alcuna proposta, sono mesi che la Sicilia e’ bloccata dalle loro liti personali e quindi non puo’ esserci qui alcun merito. Le parole di Faraone ‘se non si fa l’accordo in giunta, non arriveranno i soldi da Roma’, sono gravissime”.

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