Musk rompe con Trump e lancia l’America Party: “Vi restituirò la libertà”

Il miliardario sudafricano annuncia la nascita di un nuovo movimento politico dopo lo scontro con il presidente sul bilancio federale. Un sondaggio su X con 1,2 milioni di voti ha dato il via libera al progetto.

Elon Musk

Elon Musk

La rottura è consumata. Elon Musk, l’uomo che ha contribuito a riportare Donald Trump alla Casa Bianca a suon di milioni di dollari, ha dichiarato guerra al sistema politico americano. E lo ha fatto nel modo più spettacolare possibile: annunciando su X la nascita dell’America Party, un nuovo movimento destinato a scuotere le fondamenta del tradizionale bipartitismo statunitense.

“Oggi l’America Party è stato creato per restituirvi la vostra libertà” ha scritto il patron di Tesla e SpaceX sul social network di sua proprietà, trasformando una provocazione in realtà politica. La mossa arriva dopo settimane di tensioni crescenti con Trump, culminate nello scontro sul bilancio federale che ha definitivamente spezzato quella che molti chiamavano la “bromance” più influente della politica americana.

La democrazia del click: 1,2 milioni di voti per il cambiamento

Il percorso verso l’America Party è iniziato il 4 luglio, nel giorno dell’Indipendenza americana. Con un tempismo perfetto, Musk ha lanciato un sondaggio sui suoi follower: “Il Giorno dell’Indipendenza è il momento perfetto per chiedersi se si desidera l’indipendenza dal sistema bipartitico! Dovremmo creare l’America Party?”. La risposta è stata schiacciante: 1.248.856 utenti hanno partecipato al voto, con il 65,4% che ha dato il via libera al progetto.

“Con un rapporto di due a uno, volete un nuovo partito politico, e lo avrete!” ha esultato Musk, trasformando un semplice sondaggio online in un mandato politico. La sua analisi del sistema americano è tagliente: “Quando si tratta di rovinare il nostro Paese con sprechi e corruzione, viviamo in un sistema a partito unico, non in una democrazia”.

Dal DOGE alla rottura: anatomia di uno scontro

La frattura tra i due magnati ha radici profonde. Musk, che aveva guidato il DOGE (Department of Government Efficiency) con l’obiettivo di tagliare le spese governative, si è trovato in rotta di collisione con Trump sulla legge di bilancio. Il presidente l’ha definita “Big Beautiful Bill”, ma per Musk è stata subito un “abominio”: 940 pagine di spese che contraddicevano tutto ciò per cui aveva lavorato.

La tensione è esplosa quando Musk ha minacciato direttamente i congressisti che avevano votato a favore: “Perderete le elezioni, anche se fosse l’ultima cosa che farò”. Trump ha risposto con durezza, arrivando a minacciare la deportazione del suo ex alleato e liquidando le critiche con un sarcastico: “Musk è arrabbiato per i sussidi alle auto elettriche”.

La strategia dell’outsider

L’America Party rappresenta più di una semplice vendetta personale. Musk punta a intercettare quella fetta di elettorato deluso dal sistema tradizionale, sia repubblicano che democratico. Il miliardario sudafricano, che comunque non potrebbe candidarsi alla presidenza per le sue origini non americane, sembra voler capitalizzare la frustrazione crescente verso un establishment percepito come corrotto e inefficiente.

La sua strategia è chiara: utilizzare la piattaforma X come strumento di mobilitazione politica, trasformando i follower in elettori e i tweet in programmi politici. Un esperimento di democrazia digitale che potrebbe ridefinire le regole del gioco politico americano.

Il futuro dell’America Party

Resta da vedere se l’America Party riuscirà a trasformarsi da provocazione social in forza politica reale. Musk ha dimostrato di saper rivoluzionare settori consolidati, dall’automotive al settore spaziale, e ora punta a fare lo stesso con la politica. La sua promessa di “restituire la libertà agli americani” dovrà però fare i conti con la complessa realtà del sistema elettorale statunitense.

Una cosa è certa: la rottura con Trump ha liberato Musk da ogni vincolo di lealtà, permettendogli di giocare la carta dell’outsider che promette di cambiare le regole del gioco. Se ci riuscirà, lo scopriremo solo nei prossimi mesi, quando l’America Party dovrà dimostrare di essere più di un semplice hashtag di tendenza.