Papa Francesco dedica alle “fake news” la Giornata delle comunicazioni. Mons. Viganò: distorsione dei fatti

Papa Francesco dedica alle “fake news” la Giornata delle comunicazioni. Mons. Viganò: distorsione dei fatti
29 settembre 2017

Il tema che Francesco ha scelto per la 52a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2018 riguarda – spiega il prefetto della Segreteria per le comunicazioni, monsignor Dario Edoardo Vigano’ – le cosiddette ‘notizie false’ o ‘fake news’, cioe’ le informazioni infondate che contribuiscono a generare e ad alimentare una forte polarizzazione delle opinioni”. Secondo monsignor Vigano’, “si tratta di una distorsione spesso strumentale dei fatti, con possibili ripercussione sul piano dei comportamenti individuali e collettivi”. “In un contesto in cui le aziende di riferimento del social web e il mondo delle istituzioni e della politica hanno iniziato ad affrontare questo fenomeno, anche la Chiesa – sottolinea monsignor Vigano’ – vuole offrire un contributo proponendo una riflessione sulle cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione nei media e aiutando alla promozione di un giornalismo professionale, che cerca sempre la verita’, e percio’ un giornalismo di pace che promuova la comprensione tra le persone”. La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ricorda la nota del superdicastero, rappresenta “l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“Inter Mirifica”, 1963) e viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2018, il 13 maggio)”. Il testo del Messaggio del Papa perla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio)”.

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Per monsignor Vigano’ “in Germania c’e’ una legge anti fake news”. “Qui io credo che basterebbe procedere verso una formalizzazione della figura del giornalista in Rete – commenta monsignor Viganò un’intervista la decisione di Papa Francesco di dedicare al tema della verita’ nel giornalismo la prossima Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali -. Pero’, siamo anche in un processo e in tutti i processi c’e’ sempre qualche destabilizzazione”.”Io – sottolinea il capo dicastero – non evocherei molte leggi in piu’ rispetto a quelle che abbiamo”. Secondo il massimo responsabile della comunicazione vaticana, “il mondo dei giornalisti professionisti ha gia’ molti codici, molte regole e, appunto, uno e’ professionista quando cerca di fare la propria professione seguendo queste regole”. “Penso ad esempio – confida monsignor Vigano’ – alla verifica delle fonti; penso, ancora, a scrivere cio’ che uno realmente pensa perche’ ovviamente l’oggettivita’ non esiste, ma esiste quella modalita’ soggettiva di comprendere i fatti nella consapevolezza e nella coscienza certa. Quindi io scrivo esattamente cio’ che ritengo essere quel fatto e non scrivo cio’ che altri mi chiedono di scrivere su quel fatto”. “Questo – spiega il sacerdote italobrasiliano – credo che sia uno degli elementi propri della professionalita’ di un giornalista. Ovviamente siamo in una professione in cui sta cambiando anche la figura del giornalista”. “Cambiano le testate, si sviluppano i blog, i social e quindi – sottolinea Vigano’ – c’e’ anche un processo naturale di assestamento di un profilo identitario della figura e anche di aggiustamento di quel corpus legislativo rispetto alla professione”.

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Rispondendo al vaticanista Alessandro Gisotti, monsignor Vigano’ rileva inoltre il “dato interessante” costituito dal fatto che “i social sono importanti ma le informazioni che hanno a che fare con i comportamenti personali e sociali non vengono acquisite sui social, o meglio rispetto alle informazioni sui social c’e’ una distanza, soprattutto nel mondo giovanile che noi pensiamo siano immersi e quindi abbiano un senso acritico, invece sono quelli che piu’ intuitivamente capiscono se siamo di fronte a una fake news o no!”. Monsignor Vigano’, infine, suggerisce di non “contrapporre il mondo social al mondo tradizionale, per esempio la carta stampata, pensando che nella carta stampata ci siano solo professionisti e nel mondo dei social ci siano invece degli imbonitori improvvisati, perche’ le fake news ci sono sia sulla carta stampata sia nel mondo dei social”. “Certo – ammette il sacerdote – sulla carta stampata forse c’e’ un po’ piu’ di controllo, e’ un po’ piu’ difficile ma non vengono meno”. Dunque “non possiamo contrapporre i media tradizionali a un medium digitale, anche se i media digitali sono sempre connessi e c’e’ la velocita’”.

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