Letta riunisce Ulivo in nome Andreatta: “Modello attuale”

Letta riunisce Ulivo in nome Andreatta: “Modello attuale”
24 marzo 2016

di Giuseppe Novelli

Sette “lezioni” per la politica e un modello, l’Ulivo, valido ieri, oggi e anche per il futuro. E’ stato questo il cuore dell’intervento di Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, alla presentazione della rivista speciale di Arel dedicata a “Andreatta politico”, da lui curata insieme a Mariantonietta Colimberti. Un incontro, nella sala della Regina di Montecitorio, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il capo dello Stato emerito Giorgio Napolitano, gli ex presidenti del Consiglio Romano Prodi e Mario Monti, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ministro Marianna Madia, e parlamentari come Pierluigi Bersani, Matteo Richetti e Arturo Scotto.

Nel suo intervento, dall’esperienza di Andreatta, Enrico Letta ha tratto sette “lezioni”, a partire dalla visione della politica come esperienza comune e non individuale. “La politica non è mai – ha detto – impresa personale, in Andreatta c’è il riconoscimento del ruolo della leadership ma sempre dentro una logica di progetto comune e mai di avventura solo personale”. La politica si fa, dunque, “sapendo che prima c’è stato qualcuno e dopo ci sarà qualcun altro: la politica non si forgia intorno alla mia presenza, la politica è sempre un progetto collettivo, plurale e di comunità”. Una “critica” implicita, neanche troppo velata, all’attuale impostazione del Pd renziano, e che porta a cercare un modello diverso, come quello dell’Ulivo, che è, è sarà, per Letta, ancora attuale.

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“In fondo – ha detto l’ex premier – i grandi progetti comuni hanno grande attualità, e guardando Romano Prodi penso all’Ulivo, cosa vuol dire e cosa vorrà dire per il futuro, proprio perchè pensati in una logica collettiva di compartecipazione”. Un pensiero che trova d’accordo il “padre” di quell’esperienza: ai cronisti che, al termine dell’incontro, gli chiedevano se, anche a suo giudizio, le lezioni di Andreatta siano ancora attuali, Prodi ha risposto: “Perchè no?”. E poi sull’Ulivo, l’ex premier glissa scherzando: “Ma no, ne parlano per la xylella, la malattia delle Puglie…”

Altre lezioni da trarre dall’esperienza di Andreatta, sono la capacità di unire “la teoria e la pratica, la concretezza e l’astrazione” perchè “l’iperpragmatismo non porta da nessuna parte, non ha futuro”, anche se “oggi la banalizzazione e i 140 caratteri conducono in un’altra direzione”. In Andreatta c’era poi, ha ricordato Letta, “l’apertura al mondo” e la visione di una Europa come “stella polare”, anche se non in modo acritico. “Non la immaginava come oro colato – ha spiegato Letta -, conduceva la sua battaglia ma sapendo che la lezione della storia è che l’Europa è una costante positiva nella storia italiana”.

Letta ha infine sottolineato, nelle caratteristiche di Andreatta politico, la “disponibilità nei confronti degli altri”; il “senso della modernità” che “non vuol dire fare surf sul presente, ma entrare nelle contraddizioni del presente e assumersi la responsabilità di comportamenti fuori dal coro”; “l’esemplarità dei comportamenti”. Lezioni che Letta e Arel vogliono tramandare ai giovani, con la scuola di politiche dell’Agenzia di ricerche e legislazione fondata trenta anni fa proprio da Andreatta e che oggi vede coinvolti 100 giovani. “Portano ossigeno, freschezza e futuro – ha concluso Letta – li porteremo a Bruxelles tra qualche giorno e la prossima conferenza sarà in quest’aula, il 15 aprile, con il primo ministro belga e il presidente del Consiglio europeo”.

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