Pioggia razzi da Gaza, Israele bombarda Hamas: “Colpa della Jihad”. Tra le vittime, una neonata

4 maggio 2019

Torna alta la tensione in Medio Oriente: dalla Striscia di Gaza sono stati sparati circa 200 razzi contro il sud d’Israele, provocando la reazione delle forze armate dello Stato ebraico (Idf) che hanno bombardato l’enclave palestinese, prendendo di mira una serie di obiettivi di Hamas. Finora si sono registrati quattro palestinesi morti, come ha riferito il governo della Striscia. A morire sotto le bombe il ventiduenne Imad Nasser, una bambina dell’eta’ di 14 mesi e di sua madre, incinta. Vittime che vanno ad aggiungersi ai quattro di ieri, due uccisi durante gli scontri al confine tra la Striscia e Israele e due successivamente in un raid israeliano sull’enclave in ritorsione per il ferimento di due soldati ad opera di cecchini palestinesi lungo la barriera di separazione. A seguito delle ferite riportate in un attacco israeliano, è morta pure una neonata di 1 anno e due mesi a Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza dopo i razzi lanciati sullo stato ebraico. Secondo media palestinesi, tra i feriti c’è anche un bambino. Israele, intanto, accusa la Jihad islamica come motore principale della nuova escalation a Gaza. Lo ha detto il portavoce militare Jonathan Conricus secondo cui la Jihad ha poi trascinato Hamas nella tensione attuale.

“La settimana scorsa la Jihad – ha spiegato – ha sparato un razzo verso il sud di Israele, ieri un suo cecchino ha ferito due soldati e inoltre negli ultime ha intensificato gli sforzi per attivare un tunnel di attacco sotto il confine con Israele”. “E’ stata la Jihad a provocare l’attuale destabilizzazione”. Il tunnel militare approntato dalla Jihad islamica nel sud della striscia di Gaza – ha proseguito Conricus – era ”di buona qualita”’ e per realizzarlo l’organizzazione aveva investito molti sforzi, che sono andati rapidamente crescendo nelle ultime settimane. Di recente gli addetti agli scavi si erano spinti di alcuni metri entro il territorio israeliano. Israele – ha precisato l’ufficiale – ha seguito da vicino questi sforzi e oggi ha bombardato il tunnel facendolo crollare. Secondo Conricus Hamas non era coordinato con la Jihad islamica quando sono iniziati i suoi ”tentativi di destabilizzazione”. Tuttavia dopo che ieri, secondo Conricus, tre miliziani di Hamas sono rimasti uccisi (nella reazione israeliana al ferimento del suo ufficiale) Hamas e la Jihad islamica hanno concordato il vasto attacco missilistico che e’ tuttora in corso. ”Israele continua a ritenere Hamas responsabile di quanto avviene nella Striscia di Gaza – ha ribadito l’ufficiale israeliano – ma a quanto pare Hamas si e’ lasciato intimorire dalla Jihad”.

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La tensione è alta. Le sirene d’allarme nelle comunita’ israeliane vicine all’enclave palestinese, come Ashkelon e Sderot, ma anche in quelle nelle regioni di Eshkol e Shaar Henegev, sono risuonate ripetutamente; il sistema di difesa missilistico Iron Dome e’ entrato in funzione diverse volte, intercettando decine di razzi, e i rifugi pubblici sono stati aperti. I soccorsi hanno fatto sapere che non ci sono vittime anche se un 15enne e’ rimasto leggermente ferito scappando nel rifugio e due persone sono state trattate per shock. Un razzo ha colpito una casa ma senza fare vittime. In risposta, l’Idf ha cominciato a bombardare la Striscia: caccia israeliani hanno distrutto due basi di lancio di razzi nell’enclave e carri armati hanno colpito diversi postazioni di Hamas. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha indetto consultazioni con il capo di Stato maggiore dell’esercito, Aviv Kochavi, e il direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale e altri esponenti dell’intelligence.

Nella notte, Hamas aveva minacciato vendetta per i quattro morti, avvertendo che “non permettera’ che sia versato il sangue palestinese, ne’ che continui il blocco della Striscia”. All’inizio del mese scorso, in vista delle elezioni del 9 aprile, una tregua era stata raggiunta da Israele e i gruppi militanti palestinesi sotto l’egida di Egitto e Onu, portando a una relativa calma che si e’ pero’ interrotta questa settimana. Martedi’, Israele ha revocato l’ampliamento del limite di pesca dopo che un razzo e’ stato sparato da Gaza ed e’ caduto nel Mediterraneo, mentre giovedi’ ha bombardato un complesso militare di Hamas dopo il lancio di palloni incendiari al di la’ della frontiera. Alla luce della ripresa della tensione, tre giorni fa una delegazione guidata dal leader di Hamas, Yahya Sinwar, si e’ recata al Cairo per consultazioni. Il segretario generale della Jihad Islamica, Ziad al-Nakhaleh, gia’ nei giorni scorsi aveva avvertito Israele che, in caso di ferimento o uccisione dei suoi militanti, avrebbe risposto prendendo di mira le principali citta’ dello Stato ebraico.

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