Pressing Ue sull’Italia: attese risposte conti entro pochi giorni. Tria convinto di aver “posto le basi”

Pressing Ue sull’Italia: attese risposte conti entro pochi giorni. Tria convinto di aver “posto le basi”
il commissario Ue per gli affari economici, Pierre Moscovici e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria
14 giugno 2019

Incassato l’appoggio dell’Eurogruppo ieri e dell’Ecofin oggi, la Commissione europea aumenta la pressione sull’Italia per ottenere nuove “cifre, fatti, e se necessario misure”, come ha detto il commissario Pierre Moscovici, che possano permettere di evitare l’avvio della procedura per deficit eccessivo a causa della violazione della regina del debito. Entro quando? Il ministro francese dell’Economia e Finanza, Bruno Le Maire, ha avvertito che il governo italiano ha “pochi giorni”, chiarendo poi che il termine è l’inizio di luglio, ma a quanto si apprende, gli “elementi aggiuntivi” (perché quanto promesso dal ministro Tria non sarebbe sufficiente) sarebbero attesi dalla Commissione anche prima, entro una settimana, e dovrebbero comprendere anche misure come il congelamento delle spese, e misure e dato che dovrebbero riguardare non solo il 2019, ma anche il 2020.

La Commissione, evidentemente, vuole essere in grado di decidere già se emettere il proprio parere favorevole all’avvio della procedura contro l’Italia durante la sua riunione di mercoledì 26 giugno, a Bruxelles, o al più tardi in quella del 2 luglio a Strasburgo. In questi modo, l’Esecutivo Ue potrà eventualmente presentare alle successive riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin dell’8 e 9 luglio, dopo aver ricevuto le osservazioni italiane, la proposta di avvio della procedura e le raccomandazioni sul percorso scadenzato di riduzione del deficit e del debito negli anni successivi. Insomma, l’Eurogruppo e la Commissione Ue per il momento sono del tutto insoddisfatti delle indicazioni fornite dal ministro italiano dell’economia Giovanni Tria sull’andamento dei conti pubblici e sull’impegno del governo a restare in linea con le regole di bilancio. Questo e’ il risultato delle discussioni che si sono svolte per due giorni nell’Eurogruppo e all’Ecofin e anche a margine delle riunioni ufficiali dei ministri finanziari europei.

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Dal canto suo, Tria si è mostrato ancora un a volta fiducioso di riuscire a dimostrare alla Commissione europea che l’Italia riuscirà a raggiungere gli obiettivi di riduzione di deficit previste dal governo, senza bisogno di nuove misure legislative, e ha annunciato che porterà i dati che lo provano entro l’inizio di luglio, ovvero prima della prossima riunione dell’Ecofin che potrebbe decidere l’avvio della procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia per violazione della regola del debito. Tria è convinto di aver “posto le basi” per il negoziato. Stamattina, prima dell’incontro con Moscovici, Tria aveva detto “noi pensiamo di arrivare a un abbassamento del deficit previsto nel Def, cioè di meno dello 0,2% di Pil”, in risposta a una domanda sulle “azioni concrete” che il commissario si aspettava dal governo. Basterà questo, o la Commissione chiederà ulteriori misure?

“Noi – ha replicato il ministro – dobbiamo raggiungere il deficit che ho indicato, che è anche compensativo del mancato raggiungimento dell’obiettivo del 2018; non è questione di nuove misure, quello è l’obiettivo. Noi pensiamo – ha sottolineato – che lo raggiungeremo senza variazioni legislative”. Infine, a chi chiedeva se conti di riuscire a portare dei dati definitivi a sostegno di queste argomentazioni prima dell’inizio di luglio, Tria ha risposto: “E certo, mica porto chiacchiere”. I dati che si attendono per la fine di luglio, ha puntualizzato, “saranno altri dati che usciranno e che miglioreranno ancora, perché abbiamo maggiori entrate e maggiori risparmi”.

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