Referendum giustizia, non solo astensioni: i Sì non sfondano fra chi vota

Referendum giustizia, non solo astensioni: i Sì non sfondano fra chi vota
13 giugno 2022

Non solo l’astensione: nel “fallimento” dei referendum sulla giustizia, oggetto di molti commenti politici fra la serata di domenica e la mattinata di lunedì, vanno anche soppesati anche i molti No consegnati alle urne da quella minoranza di cittadini che ha deciso di non disertare la consultazione. Il Viminale ha pubblicato sul suo sito dedicato alle votazioni il risultato definitivo e il senso politico che sembra emergere è quello di un’altra delusione per i promotori dei quesiti. Contrariamente a quello che è accaduto in altre occasioni analoghe, infatti, quando i contrari ai referendum si sono espressi soprattutto nell’astensione, stavolta almeno in due quesiti su cinque il risultato è stato piuttosto equilibrato.

Questi i dati: nel quesito sulla legge Severino (incandidabilità a seguito di una condanna penale) 4 milioni 986.960 hanno votato Sì, 4 milioni 346.004 No. Tradotto in percentuali 53,43 favorevoli all’abrogazione della norma, 46,57 contrari. In quello sulle limitazioni alle misure cautelari 5 milioni 153.407 Sì (55,67 per cento), 4 milioni 104.362 No (44,33). Più largo ma non plebiscitario il risultato degli altri quesiti. Sulla separazione delle funzioni dei magistrati i Sì sono 6 milioni 801.432 contro 2 milioni 447.146 No: 73,54 per cento favorevoli, al 26,46 i contrari. Sui membri laici dei consigli giudiziari hanno votato favorevolmente al quesito abrogativo 6 milioni 551.192 elettori (71,53 per cento), si sono opposti 2 milioni 607.721 votanti, pari al 28,47 per cento. Infine, sul quesito che riguardava l’elezione dei membri togati del Csm hanno messo la crocetta sul Sì in 6 milioni 619.317 (71,97 per cento), sul No 2 milioni 576.800 (28,03 per cento).

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Prima del voto gli schieramenti dei partiti erano: Lega, Forza Italia, Italia viva e Azione per il Sì, Fratelli d’Italia tre sì e due no (esattamente sulla Severino e le misure cautelari, quelli col risultato più contrastato); sull’altro fronte 5 No dal M5S, 5 No dal segretario del Pd Enrico Letta che tuttavia aveva lasciato libertà di voto ai suoi elettori – e anche a non pochi dirigenti che si erano spesi per il Sì. In definitiva, il tweet di ringraziamento pubblicato nella serata di domenica dal leader della Lega Matteo Salvini, che si è intestato i “10 milioni di italiani che hanno scelto di votare per cambiare la Giustizia” potrebbe essere corretto in una analisi a mente fredda alla luce dei dati sul voto. Non solo perché i votanti sono attorno ai nove milioni, ma soprattutto perché se l’obiettivo dei quesiti era “cambiare la giustizia”, quasi metà degli elettori che hanno partecipato sula Severino e le misure cautelari si è opposta; più di un quarto ha detto No sugli altri tre referendum abrogativi.

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