Renzi: “Riapriamo l’Italia”. Scienziati: “Propositi irrealistici”. E la maggioranza lo attacca

Renzi: “Riapriamo l’Italia”. Scienziati: “Propositi irrealistici”. E la maggioranza lo attacca
Matteo Renzi
29 marzo 2020

Riaprire “gradualmente” o l’Italia va a “brandelli”. Matteo Renzi lancia un sasso ma scatena una valanga: scienziati e politici tutti contro l’ex premier, reo di aver posto una seria questione, quantomeno meritevole di riflessione. E per ciò, ha già raggiunto il primo obiettivo. “Bisogna consentire che la vita riprenda”, rilancia il leader di Italia Viva, ricordando che “sono tre settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più”. In altri termini, secondo Renzi – e non solo – “senza soldi vincerà la disperazione e si accende la rivolta sociale”. E, in tal senso, le cronache registrano i primi segnali con furti nei supermercati e scippi di buste con spesa. Lo stesso ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, si dice “seriamente preoccupata della situazione generale che si sta man mano delineando”. Tutto è discutibile ma di certo, le tensioni sociali lievitano di ora in ora. Ecco perché per il senatore di Scandicci, “serve un piano per la riapertura e serve ora”. E traccia una road map: “Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi negozi, scuole, librerie, Chiese. Serve attenzione, serve gradualità. Ma bisogna riaprire”. Apriti cielo.

“Pensare di riaprire le scuole il 4 maggio è una follia e fare proclami in questo momento è sbagliato”, tuona l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, dell’Università di Pisa. Renzi non molla: “Il vaccino arriverà tra un anno o chissà quando, se non ripartiamo ora moriremo di fame, non di Covid”. Quindi è convinto “che si debba lavorare in sicurezza, con la distanza sociale, con i guanti e le mascherine ma bisogna ripartire”. Possibilista, appare invece il virologo, Roberto Burioni, che pur definendo “irrealistico” il progetto di riapertura a breve, ammette che “dobbiamo cominciare a pensare a una ripresa delle nostre vite: non possiamo pensare di stare in casa al fine di rimanere in casa per sempre”. Sulla stessa linea anche il virologo, Fabrizio Pregliasco: “È giusto pensare al futuro ma serve molta attenzione. Questo virus non ce lo toglieremo dai piedi velocemente”. Del coro anche l’epidemiologo, Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Non possiamo tenere l’Italia chiusa per sempre, ma occorre vedere prima gli effetti delle misure importanti messe in campo dal governo. Poi si possono studiare provvedimenti magari ‘stop and go o misure complementari”. E se tra gli scienziati, quanto meno ci sono dei “possibilisti”, la politica si scaglia quasi tutta contro Renzi. Attacchi che soprattutto arrivano dalla sua stessa maggioranza.

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Eloquente il deputato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu: “Non abbiamo bisogno di apprendisti stregoni irresponsabili. Prima si sconfigge il virus e prima sarà possibile tornare alle nostre vite”. Il capo politico del M5s Vito Crimi: “Non vorrei che quella di Renzi sia di nuovo un’uscita del tipo ‘apriamo tutto’, ‘chiudiamo tutto’. Bisogna ragionare con intelligenza e progressione”. Più tiepide invece le reazioni dall’opposizione. Come quella di Matteo Salvini: “Qualche collega senatore chiede di riaprire tutto, non mi sembra il momento”. Tuttavia, per il segretario della Lega, “è giusto ragionare dell’Italia del futuro”. Da qui l’affondo: “Quelli dei 5 stelle parlano di reddito di cittadinanza a tutti, non si può fondare un Paese sull’assistenza, siamo un Paese che produce”. Intanto, per Renzi, ogni occasione è buona per tenere sempre in fibrillazione il governo Conte 2. E così dà spazio a un affondo contro il decreto ‘Cura-Italia’ con il quale, “il governo ha bloccato le libertà di sessanta milioni di italiani ma non è stato capace di bloccare il virus della burocrazia”. L’ex premier, inoltre, definisce il provvedimento “un incomprensibile fiume di parole”. “Le autocertificazioni per spostarsi cambiano ogni giorno – tuona Renzi: facciamo un’autocertificazione in meno e un tampone in più”.

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