Ryanair si tira fuori: “Air Italy non ha alcun valore”

13 febbraio 2020

Ryanair non ha alcun interesse a comprare Air Italy. Lo ha chiarito il Chief Commercial Officer di Ryanair, David O’Brien, spiegando che non c’è stato nessun approccio verso Ryanair nè da parte degli azionisti di Air Italy nè da parte della Regione Sardegna e comunque gli slot che la ex Meridiana lascerà liberi non interessano. “Se aumenteremo la nostra presenza in Sardegna sarà possibile assorbire parte dei lavoratori” di Air Italy, ha spiegato O’Brien. “Se apriremo la seconda base ad Olbia e se avremo due nuovi aeromobili, la possibilità di utilizzare i lavoratori Air Italy esiste”. “Conosciamo i loro piloti, sono ben addestrati”, ha detto ancora.

“Non abbiamo bisogno di Air Italy”, ha sottolineato, “un’acquisizione fine a se stessa è una strategia che non porta frutti”, “noi non riusciamo a vedere nessun valore in Air Italy, se non ha investito il proprietario perchè dovremmo farlo noi?”. Di certo, c’è la compagnia aerea Air Italy ha perso oltre 200 milioni nell’ultimo anno e 1200 posti di lavoro sono a rischio. Mentre il Governo tenta una corsa contro il tempo per cercare di evitare la procedura di liquidazione in bonis e prolungare la operatività della compagnia aerea Air Italy (i voli cesseranno il prossimo 25 febbraio), nata dalle ceneri di Meridiana con il supporto di Alisarda e di Qatar Airways, Ryanair sarebbe pronta a intervenire fornendo un programma di riprotezione.

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L’IRRITAZIONE DEL GOVERNO

Ieri il ministro Paola De Micheli ha incontrato al Mit i due commissari liquidatori della società Franco Maurizio Lagro e Enrico Laghi, il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde e il presidente di Enac, Nicola Zaccheo. De Micheli, nel corso dell’incontro sull’aviolinea, ha manifestato la “forte irritazione” del Governo per come è stata gestita la partita e per il mancato coinvolgimento delle istituzioni. Il 2019 si è, infatti, chiuso con una perdita stimata di circa 230 milioni di euro, il 79% del fatturato previsto.

“Siamo al lavoro per garantire l’operatività dell’azienda il più a lungo possibile – ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, durante un convegno ad Assolombarda -. Qualche segnale di tensione all’interno della proprietà c’era, ma non ci aspettavamo una messa in liquidazione da un momento all’altro”. Il timore delle istituzioni nazionali e regionali è quello di trovarsi di fronte ad una nuova “emergenza sociale ed economica gravissima”. I lavoratori si sono già organizzati con assemblee a Malpensa e Olbia. E si pensa già alla mobilitazione in attesa dello sciopero nazionale di tutto il settore il prossimo 25 febbraio. Per la prossima settimana il Governo ha fissato un nuovo incontro con i liquidatori, i sindacati e i rappresentanti della Sardegna e della Lombardia.

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