Scontro treni in Puglia, il procuratore: i macchinisti non hanno frenato. I familiari delle vittime: “Chiediamo giustizia”

Scontro treni in Puglia, il procuratore: i macchinisti non hanno frenato. I familiari delle vittime: “Chiediamo giustizia”
12 agosto 2016

“Il treno Et1021 partito da Andria e il treno Et1016 che era partito da Corato, sono entrati in collisione e dai dati in nostro possesso siamo certi di poter dire che i macchinisti non si sono accorti dell’imminente incidente: non c’è stato alcun tentativo di frenata”. Va subito al nocciolo del problema Francesco Giannella, procuratore facente funzioni di Trani, nel fare il punto sulla tragedia avvenuta lo scorso 12 luglio a causa di uno scontro frontale di due treni sono morte 23 persone. “Uno dei treni, quello partito da Andria, usciva da curva e viaggiava a circa 100 km/ora essendo si disimpegnato da una curva; il secondo invece viaggiava a quasi 90 km/h perché si immetteva nella curva”, spiega Giannella. Dopo il sopralluogo dello scorso 19 luglio sulla tratta su cui è avvenuto l’incidente, i “tecnici ne hanno fatto un altro due giorni fa – aggiunge – per mettere in sicurezza i reperti”. Entrando nel merito delle indagini, “possiamo dire che sono stati scaricati i dati registrati dal Dis, il driver information system, le scatole nere che registrano i dati di marcia del treno. Ma non sono di quelli coinvolti nell’incidente ma anche degli altri che sono transitati nella mattinata del 12 luglio sulla stessa tratta”, dice ancora Giannella.

Il lavoro di analisi sui dati “non è stato semplice perché su alcuni dispositivi è stata riscontrata un’anomalia nella registrazione dei dati nel Dis: si tratta di un disallineamento fra i dati registrati in cabina di testa e in cabina di coda. Ci sono difformità cronologiche. Le registrazioni normalmente e in teoria devono essere allineate a un orologio assoluto collegato a gps, ma non è accaduto su alcuni treni ma i consulenti hanno assicurato che non ostacolerà accertamento dinamica”. Dati, secondo il procuratore facente funzioni di Trani, che “dovranno essere confrontati con quelli registrati e contenuti nelle scatole nere, nel sistema di videosorveglianza dei treni e delle stazioni”, affinché si possa avere una “ricostruzione minuziosa degli ultimi venti minuti prima dell’impatto tra i treni”. Giannella ha incontrato alcuni familiari delle vittime. “Chiedo giustizia”, dice Michele Merra, sorella di Benedetta una delle 23 vittime. “Ci hanno detto che stanno a metà strada. Ci hanno detto parole di conforto”, aggiunge la signora Merra uscendo dall’ufficio del procuratore. “Mia sorella aveva due figli e ora tutti noi siamo distrutti. Penso solo che 4 minuti dopo sarebbe stata ad Andria e invece”, ricordando che Benedetta Merra si trovava sul treno che viaggiava in direzione Andria perché era stata a Bari per un controllo medico.

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