L’eterna sfida tra Boeing e Airbus si gioca su strategie vendita. Mercato guarda compagnia americana

L’eterna sfida tra Boeing e Airbus si gioca su strategie vendita. Mercato guarda compagnia americana
26 ottobre 2016

Continua la sfida nei cieli tra l’americana Boeing e l’europea Airbus. Una sfida che si gioca sul piano dei conti ma anche su quello manageriale: mentre il numero uno delle vendite di Airbus pensa a lasciare il gruppo dopo tre decenni, il mercato guarda all’approccio più aggressivo del nuovo responsabile delle vendite di Boeing. Sul piano dei conti, Boeing ha alzato le previsioni per l’intero anno fiscale mentre Airbus ha confermato le sue. Grazie agli sgravi fiscali, nel terzo trimestre l’azienda Usa ha registrato utili in crescita del 34% a 2,279 miliardi di dollari, superiori al consenso, mentre i problemi nella filiera produttiva e la debolezza del mercato degli elicotteri hanno provocato un crollo dell’87% a 50 milioni di euro degli utili di Airbus; gli analisti si aspettavano un dato a 320 milioni di euro. Sul fronte dei ricavi trimestrali, nel caso di Boeing sono scesi dell’8% a 23,9 miliardi di dollari, leggermente sopra le stime, a causa “della tempistica delle consegne di velivoli”; il fatturato trimestrale di Airbus è stato di 13,95 miliardi di euro (-1% annuo) contro attese per 14,24 miliardi; tutte le divisioni del gruppo con sede a Toulouse (Francia) hanno registrato cali a doppia cifra a cominciare da quella degli aerei commerciali, la più grande per Airbus (-26% annuo a 10,450 miliardi); quella degli elicotteri ha subito un -29% a 1,595 miliardi e quella della difesa e dello spazio un -40% a 2,274 miliardi.

Tutti e due i gruppi sono ottimisti sulle consegne future di aerei commerciali. Airbus conta di consegnarne oltre 670 nell’anno, 20 in più del target precedente. Boeing punta a 745-750 unità, oltre alle 740-745 attese in precedenza. Per questo si aspetta ricavi complessivi per 93,5-95,5 miliardi di dollari, 500 milioni di dollari in più di quanto originariamente previsto. Beoing dice di essere sulla strada giusta per centrare gli obiettivi di un aumento della produzione del suo 737; i piani per l’attesa riduzione della produzione del 777 invece saranno più chiari tra un paio di mesi; nel caso peggiore, ha spiegato il Ceo Dennis Muilenburg in una call con gli analisti, la produzione mensile verrà ridotta di 1-2 jet ma qualsiasi taglio non ci sarà fino alla fine del 2017. Attualmente il gruppo pianifica di produrne sette al mese l’anno prossimo. Mentre Boeing e Airbus puntano su una ripresa di fine anno per centrare i propri obiettivi, il mercato guarda alle rispettive strategie di vendita. Come scrive il Financial Times, che lo ha intervistato, John Leahy (il numero uno delle vendite di Airbus) sta pensando di lasciare l’azienda dove comunque resterà “fino almeno al 2018”. Mentre Airbus spera di convincerlo a restare (come fece nel 2014), gli investitori guardano al collega di Boeing appena diventato il responsabile delle vendite: Ihssane Mounir (foto), considerato più aggressivo del predecessore John Wojick. Mentre prepara un piano di successione, in Aribus circolano voci che Kiran Rao – vicepresidente per la strategia e il marketing – diventi il vice di Leahy. Chiunque prenderà il suo posto, dovrà vedersela con im Mounir che – come scrive l’FT – non ha alcuna intenzione di accontentarsi di fare a metà del mercato dell’aviazione con la crescita più veloce al mondo, quello cinese.

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