Schiaffo a Crocetta, il parlamento annulla accordo Stato-Regione su contenziosi. Si riapre la partita

Schiaffo a Crocetta, il parlamento annulla accordo Stato-Regione su contenziosi. Si riapre la partita
20 aprile 2016

L’Ars mette ko il governo Crocetta e gli impone di tornare a Roma per cancellare il punto 6 dell’accordo del 5 giugno 2014, con il quale la Regione rinunciava agli effetti delle sentenze favorevoli sui contenziosi con lo Stato sollevati innanzi alla Corte costituzionale. Un colpo di spugna per incassare circa 500 milioni di euro. Pochi e subito, si disse allora. Troppo pochi per gli autonomisti del Mpa secondo cui la Sicilia ha in questo modo rinunciato a 5 miliardi, e che per questo hanno presentato la mozione che ha incassato un consenso trasversale. Il testo, infatti, e’ stato approvato con 37 voti favorevoli e 31 contrari. Principale sponsor Toti Lombardo, il figlio dell’ex governatore Raffaele: “Oggi e’ una giornata storica per il parlamento siciliano e per il popolo che rappresenta. Il governo Crocetta e la sua maggioranza trasformista a guida Pd escono sconfitti e dovranno ora tornare a Roma per cancellare un accordo che aveva calpestato 60 anni di autonomia”. Nella stessa seduta d’Aula, il parlamento siciliano ha largamente respinto con 13 voti favorevoli, 50 contrari e 7 astenuti, la mozione di censura contro l’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici presentata dal M5s dopo la condanna della Corte dei conti che ha certificato un danno erariale di 346 mila euro per spese riferite alla sua attivita’ di capogruppo del Pd nella scorsa legislatura.

L’atto parlamentare, bocciato con voto palese, ha ha registrato il dissenso trasversale di tutti i gruppi politici. Il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone aveva detto no alla richiesta di voto segreto del Movimento 5 Stelle: “E’ inutile trincerarsi dietro al voto segreto, non e’ ammissibile perche’ si tratta di una valutazione politica, non personale di un componente della giunta e come tale e’ giusto che tutti sappiano”, aveva spiegato. Fortemente polemico il governatore siciliano Rosario Crocetta che ha parlato di “barbarie” e di “processo politico”: “E’ lecito porre una questione su un assessore del mio governo, ma politicamente e’ un fatto molto scorretto. Il legislatore ha gia’ previsto che non si puo’ esercitare la vita pubblica se si viene condannati per alcuni reati penali ben precisi, ha gia’ circoscritto quali sono le regole. Una condanna dalla Corte dei conti non e’ tra queste. Non e’ che se e’ un mio assessore deve avere un altro trattamento. In Sicilia si diventa improvvisamente giustizialisti. Voi – ha detto rivolgendosi ai 5stelle – fate diventare tutto reato”. “La mia colpa vera – aveva detto nella sua ‘difesa Cracolici – e’ di aver fatto il capogruppo del mio partito, un incarico che ho svolto con responsabilita’ totale. Non una delle spese contestate al Pd o da me autorizzate e’ stata fatta per mie spese personali”.

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Per l’assessore “le modalita’ di spesa delle risorse del gruppo erano gia’ definite da prassi preesistenti alla mia nomina e perfino alla mia elezione a deputato regionale e da regole comuni assunte dal gruppo del Pd. Sono certo che se i deputati del Pd di quella legislatura fossero chiamati a fare quelle spese, le rifarebbero tutte, io per primo”. Di piu’: “Se ci fosse stato, il Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, avrebbe pure agito in un sistema precario di regole interne”. Un’assenza di regole sulla rendicontazione “ha creato questo gigantesco vulnus. Penso sia questa la piu’ grande colpa, si e’ considerato in passato il contributo ai gruppi parlamentari come a fondo perduto, non erano previste norme per la restituzione delle rimanenze. Oggi per fortuna non e’ piu’ cosi'”.  “La casta ha fatto quadrato, come facilmente prevedibile. La mozione, comunque, ha centrato il suo scopo: evitare che una pesantissima condanna della magistratura contabile passasse completamente sotto silenzio. La gestione dei soldi dei cittadini merita maggiore rispetto”. Il M5s all’Ars commenta in questo modo la bocciatura della mozioni di censura all’assessore Antonello Cracolici, per la condanna della Corte dei conti per le cosiddette spese pazze all’Ars riferite al periodo in cui il politico era capogruppo Pd nella scorsa legislatura. “Si e’ cercato di svilire – dicono i deputati – il valore di un atto che cercava di accendere i riflettori sui valori etici della politica, ormai, quasi del tutto scomparsi. All’estero ci si dimette pure per una multa, qui si sorvola pure su pesantissimi giudizi della magistratura”. “Un altro risultato concreto – commentano ironicamente i parlamentari M5S – la mozione l’ha portato a casa. Ha riempito sala d’Ercole, una vera rarita’ nell’ultimo periodo. Oggi si sono viste facce che avevamo quasi dimenticato”. L’Ars, infine, ha incardinato il ddl Stralcio licenziato ieri dalla Commissione Bilancio. Discussione generale sulla ‘manovrina’ rinviata a mercoledi’ 27 aprile alle 16.

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