Elon Musk, l’irriverente amministratore delegato di Tesla, ha scritto un memo ai dipendenti del produttore di auto elettriche comunicando loro esuberi corrispondenti al 9% della forza lavoro. Attualmente l’azienda californiana ha circa 46.000 dipendenti, quindi il taglio di personale equivale a circa 4.100 persone.
Il Ceo ha parlato di una “ristrutturazione organizzativa di tutta l’azienda”. Nel tempo, ha spiegato, Tesla è arrivata ad avere “una duplicazione di ruoli e di alcune funzioni che oggi sono difficili da giustificare”. Alla luce del “bisogno di ridurre i costi e di diventare redditizio”, Tesla “ha preso la decisione difficile di lasciare andare circa il 9% dei nostri colleghi”. Ad essere toccati dalla misura saranno colletti bianchi e non gli operai su cui il gruppo conta per arrivare, come vorrebbe, entro fine giugno a produrre 5.000 esemplari della Model 3, la berlina pensata per il mercato di massa tanto necessaria per raggiungere i suoi obiettivi ambiziosi.
“Dato che Tesla non ha mai registrato un profitto annuale nei suoi quasi 15 anni di esistenza, il profitto non è chiaramente quello che ci motiva. Quello che ci guida”, ha aggiunto Musk, “è la nostra missione ad accelerare la transizione del mondo verso un’energia sostenibile e pulita ma non raggiungeremo mai quella missione a meno che dimostriamo che siamo redditizi in modo sostenibile”. In passato Musk aveva promesso che Tesla avrebbe smesso di essere una società in perdita nella seconda metà del 2018.