Toghe: adesso la responsabilità dei magistrati è legge

Toghe: adesso la responsabilità dei magistrati è legge
25 febbraio 2015

E’ passata la riforma delle Toghe. Con 265 sì, 51 voti contrari e 63 astenuti, la Camera ha approvato la riforma della responsabilità civile dei magistrati. La riforma, già licenziata dal Senato, ora è legge. Chi ha subito un danno dalla giustizia potrà chiedere i danni allo Stato, che ha l’obbligo di rivalersi sul magistrato. Con il sì della Camera, la disciplina della responsabilità civile delle toghe è legge. Eccco i punti principali del provvedimento.

Responsabilità indiretta. Resta fermo il principio per cui e’ lo Stato che risarcisce direttamente i danni della ‘malagiustizia’ potendo solo in seconda battuta rifarsi sul magistrato. Il cittadino che ha patito un danno ingiusto, in altri termini, potra’ esercitare l’azione risarcitoria esclusivamente nei confronti dello Stato.

Obbligo di rivalsa. L’azione di rivalsa dello Stato diventa obbligatoria. Il risarcimento al magistrato dovra’ essere chiesto entro due anni dalla sentenza di condanna nel caso di diniego di giustizia o quando la violazione e’ stata determinata da dolo o negligenza inescusabile. Quanto all’entita’ della rivalsa, cresce la soglia attualmente fissata a un terzo: il magistrato rispondera’ ora con lo stipendio netto annuo fino alla meta’. Se vi e’ dolo, l’azione risarcitoria e’ pero’ totale.

Soppressione del ‘filtro’. Niente piu’ controlli preliminari di ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato. L’attivita’ di ‘filtro’ (verifica dei presupposti e valutazione di manifesta infondatezza) oggi affidata al tribunale distrettuale è cancellata.

Confini della colpa grave. Si ridefiniscono e integrano le ipotesi di colpa grave. Oltre che per l’affermazione di un fatto inesistente o la negazione di un fatto esistente, scattera’ la colpa grave in caso di violazione manifesta della legge e del diritto comunitario e in caso di travisamento del fatto o delle prove. Colpa grave sara’ anche l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.

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 Travisamento fatto o prove. I lavori parlamentari, richiamandosi a un’interpretazione costituzionalmente orientata della norma, hanno chiarito come il ‘travisamento’ rilevante ai fini della responsabilita’ civile del magistrato sia unicamente quello macroscopico ed evidente, tale da non richiedere alcun approfondimento di carattere interpretativo o valutativo.

Clausola salvaguardia. Viene ridelineata la portata della ‘clausola di salvaguardia’: pur confermando che il magistrato non e’ chiamato a rispondere dell’attività di interpretazione della legge e di valutazione del fatto e delle prove, si escludono espressamente da tale ambito di irresponsabilità i casi di dolo, di colpa grave e violazione manifesta della legge e del diritto della Ue.

 LA RIVOLTA DELL’AMN “Il ministro Orlando ha detto che questa riforma è una rivoluzione, un passaggio storico; invece è una rivoluzione contro la giustizia, contro l’indipendenza dei magistrati”. È netto e non lascia spazio a interpretazioni il commento del presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, sul via libera definitivo della Camera sulla nuova legge in materia di responsabilità civile delle toghe. Secondo Sabelli, la norma contiene “profili di illegittimità costituzionale” e che “al di là dei gravi effetti che avrà, è un segnale negativo per il presidio della legalità”. La politica, sostiene il leader del sindacato delle toghe, “oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalità, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. È una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione”. Con questa nuova norma, continua Sabelli, “si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi è un rischio di azioni strumentali” dando “la possibilità alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. È una strada pericolosa verso una giustizia di classe”. Quanto alle iniziative di protesta contro questa riforma, il leader dell’Anm ribadisce che “lo sciopero non è uno strumento efficace, ma controproducente, perché rischia di rappresentare i magistrati come una casta rissosa che difende privilegi, cosa che non è affatto”. Anche Magistratura democratica, una delle associazioni di magistrati in cui si articola l’Anm, commenta l’approvazione, da parte del Parlamento della riforma della responsabilità civile dei magistrati. Sul profilo Twitter infatti ha pubblicato: “È una riforma che ci riporta verso una #giustiziadiclasse. Timorosa di chi è più forte, meno attenta ai diritti dei deboli”.

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 MATTARELLA:”No ai magistrati protagonisti”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa una riflessione che riguarda la giustizia, in occasione della visita alla Scuola superiore della magistratura ospitata sulle splendide colline di Firenze in una villa seicentesca di Scandicci. Senza entrare nei dettagli, ma dando alcune indicazioni molto chiare. Prima fra tutte, in ordine cronologico, la necessità di “recuperare l’efficienza”. Si tratta di un “recupero necessario per rispondere efficacemente al bisogno di legalità fortemente avvertito nel Paese”. E’ un indiretto appello, un’esortazione che mette in risalto una piaga tradizionale della giustizia italiana. Dietro se ne intravede una seconda: la necessità di una “preparazione professionale dei magistrati” che sia al passo con i tempi. Infatti “al magistrato si richiede una costante tensione culturale che trova fondamento in studi e aggiornamenti continui ma si nutre anche di una profonda consapevolezza morale della terzietà della funzione giurisdizionale, basata sui principi dell’autonomia e dell’imparzialita’”.

Insomma, il magistrato sia aggiornato anche sui “sempre piu’ importanti principi del diritto e della giurisprudenza europea”, ma soprattutto non dimentichi la dimensione morale e civile del proprio lavoro. Infatti “la giustizia è chiamata a definire, ogni giorno, l’equilibrio fra diritti e doveri applicando le regole dettate dalla legge”. E quindi “da un lato la competenza, dall’altro la profonda conoscenza del ruolo dell’etica della professione”. Sono i due pilastri su cui “si regge la capacità del magistrato di svolgere il compito affidatogli dalla Costituzione”. E qui Mattarella precisa: “un compito né di protagonista assoluta nel processo, né di burocratico amministratore di giustizia”. Entrambi i difetti “snaturano la fisionomia della funzione” del magistrato. Laddove, invece, “l’ordinamento della Repubblica esige che il magistrato sappia coniugare equita’ e imparzialità, fornendo una risposta di giustizia tempestiva per essere efficace, assicurando effettività e qualità della giurisdizione”. E’ esattamente quello che chiedono i cittadini.

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