Venezuela, Maduro vince le parlamentari con il 67% ma astensione al 69%. Usa e Ue non riconoscono la vittoria del presidente

Venezuela, Maduro vince le parlamentari con il 67% ma astensione al 69%. Usa e Ue non riconoscono la vittoria del presidente
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro
7 dicembre 2020

Il partito del presidente venezuelano Nicolas Maduro, il Grande Polo Patriotico Simon Bolivar, ha vinto le elezioni parlamentari in Venezuela, ampiamente boicottate dall’opposizione che le ha definite “una frode”, ottenendo il 67% dei 5,2 milioni di voti espressi. Maduro dunque riporta sotto il suo controllo l’ultima istituzione del Paese finora in mano ai suoi avversari politici. Annunciando i risultati, il presidente del Consiglio elettorale nazionale (CNE), Indira Alfonzo, ha spiegato che l’opposizione ha conquistato il 18% delle preferenze, ma non ha specificato la ripartizione dei 277 seggi dell’Assemblea nazionale. Il leader dell’opposizione Juan Guaido, che considera illegittimo il potere di Maduro, aveva chiesto il boicottaggio delle elezioni. E l’astensione ha raggiunto il 69% degli aventi diritto, dopo l’appello dei principali partiti dell’opposizione a “restare a casa”.

Con una percentuale così alta di astenuti, Guaido, autoproclamato presidente ad interim e sostenuto da più di 50 paesi, tra cui gli Stati Uniti, ha affermato che “il rifiuto della maggioranza del popolo venezuelano è stato evidente (…) il Venezuela ha voltato le spalle a Maduro e alla sua frode”. Alle elezioni legislative del 2015, quando l’opposizione aveva posto fine a 15 anni di egemonia chavista al Parlamento unicamerale del Venezuela, l’affluenza era stata del 71%. “Quello che sta accadendo in Venezuela oggi è una farsa, non un’elezione”, aveva scritto ieri su Twitter il segretario di Stato americano Mike Pompeo. “I risultati annunciati dal regime illegittimo di Nicolas Maduro non rifletteranno la volontà del popolo venezuelano”, aveva aggiunto Pompeo.

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“Uno zombie ha parlato!”, aveva risposto il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza. “Si spera che molto presto la diplomazia torni al dipartimento di Stato e alla Casa Bianca”, aveva aggiunto, facendo un non troppo velato riferimento alla sconfitta elettorale del presidente Donald Trump negli Stati Uniti. Oltre a Washington, ieri, anche l’Organizzazione degli Stati americani (OAS) aveva annunciato di non riconoscere la validità di queste elezioni che la stessa Unione Europea aveva chiesto, senza successo, di rinviare, ritenendole né “trasparenti” né “credibili”. Inoltre, il ministro degli Esteri brasiliano Ernesto Araujo ha detto oggi che in Venezuela si è svolta una “farsa elettorale”, con la quale la “dittatura” di Nicolas Maduro ha cercato di “legittimare” il suo potere. Canada, Colombia, Costa Rica e Panama hanno infine annunciato che non avrebbero riconosciuto i risultati delle elezioni.

Ed è proprio l’Unione europea a “non riconoscere le elezioni” che si sono tenute ieri in Venezuela, perchè non sono state “credibili, inclusive o trasparenti e il risultato non rappresenta la volontà e l’interesse del popolo venezuelano” ha detto il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell. “Nessuno di più di me ha lavorato per far sì che queste elezioni fossero le più inclusive possibile e per creare la condizioni perchè l’opposizione partecipasse – ha sottolineato Borrell – abbiamo fatto molto e non abbiamo ottenuto molto. Per questo i ministri hanno concordato, in modo unanime, sul fatto che le elezioni non ripettano gli standard internazionali di un processo credibile. Non è stata garantita la partecipazione. Le elezioni non sono state considerate trasparenti e il risultato non può essere riconosciuto dall’Ue. Questa è la decisione unanime dei ministri”.

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